venerdì, 17 Gennaio 2025
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Scuola, come proteggere la privacy dei bambini ed evitare messaggi inutili nelle chat di classe

Al via il primo giorno di scuola per migliaia di bambini: ecco tutti i consigli per utilizzare al meglio la chat di classe, tutelando la loro privacy.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Ricomincia la scuola per moltissimi bambini e le chat di classe dei genitori sono già piene di messaggi. Dai consigli sull’abbigliamento ai migliori negozi per comprare quaderni, penne e matite, o ancora dal nome dei nuovi insegnanti alle novità dell’anno scolastico, in questi gruppi non ci sono mai segreti. Nemmeno se il proprio figlio ha preso un’insufficienza e ci si lamenta degli insegnanti.

Per evitare, però, che le chat di classe vengano utilizzate in modo improprio, il Garante per la protezione dei dati personali, Agostino Ghiglia, in un’intervista al “Messaggero” ha illustrato un vademecum per i genitori, soprattutto per la tutela dei propri figli:

Una chat di classe resta quel che è, non è un confronto familiare.

Siamo noi i primi tutori della privacy dei figli e anche di un altro minore.

I giornalisti hanno un altro ruolo, se un ragazzo commette un reato potrebbe diventare un fatto pubblico, ma non è diritto di chiunque non abbia il dovere di giornalista, quello di diffondere la notizia.

Leggi anche: Ricomincia la scuola: 3 modi per rendere il rientro meno traumatico ai propri figli

Come tutelare la privacy dei bambini in qualsiasi chat di classe?

Arriva il primo giorno di scuola ed è abitudine di ogni genitore immortalare quel momento da condividere ai parenti e anche nelle chat di classe, sia nell’atrio d’ingresso sia nelle aule.

Il Garante per la protezione dei dati personali, però, ha svelato che non si tratta di una buona norma, ed è necessario prestare la massima attenzione quando si decide di scattare una foto, riprendendo i propri figli e altri bambini: “Bisogna fare attenzione alle fotografie, possono essere fatte e poi conservate per uso personale, ma non diffuse senza avere il consenso di tutti”.

Infatti, quando una foto viene condivisa diventa pubblica e può essere ricondivisa da chiunque, anche da persone estranee alla cerchia di amici e parenti:

Se si vuole condividere uno scatto su internet o sui social, serve il consenso dei genitori di tutti i minori, perché ciò che entra nella rete non è più sotto al nostro controllo.

L’era digitale in cui più o meno consapevolmente siamo tutti immersi, va affrontata in modo attento e giudizioso, con precauzioni particolari rispetto al passato […]

Un dato che poi sfugge è che la rete espone tutti.

Non solo perché una foto privata può divenire di dominio pubblico, Agostino Ghiglia evidenza che fenomeni come cyberbullismo, challenge on line, revenge porn e diffusione di materiale illegalmente sono sempre più dilaganti: “La rete corrisponde ormai alla realtà, per questo i reati commessi online vengono perseguiti come se ingiuriassi o violassi dati personali […] La foto messa in rete diventa nella disponibilità di decine di persone […] Proteggendo i nostri dati, proteggiamo la nostra libertà”.

Quali sono gli altri contenuti che non dovrebbero essere condivisi nelle chat di classe?

Oltre alle foto, per proteggere la privacy dei loro figli e di tutti i bambini, i genitori non dovrebbero riferire altre informazioni su due temi in particolare, come ha sottolineato Agostino Ghiglia: Neppure i voti degli scrutini devono uscire dall’ambito della scuola, come non vanno esplicitate le condizioni di particolare fragilità di un minore“.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha invitato i genitori alla moderazione e, soprattutto, alla consapevolezza, nell’uso delle chat di classe: “Va ricordato a tutti che vanno usate con rispetto e attenzione, e non come sfogo, racconto, tutto ciò che riguarda alunni, figli va messo in rete con cautela, minimizzando le informazioni, fornendo solo quelle utili”.

Dalle vacanze appena trascorse alle condizioni economiche familiari, l’uso delle chat di classe deve essere calibrato, specialmente per il bene dei più piccoli.

Leggi anche: Scuola, mamme straniere tornano sui banchi: “Imparano l’italiano insieme ai propri figli”

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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