giovedì, 6 Febbraio 2025
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La musica classica arriva fin nel pancione e fa bene al cuore del bambino

Secondo uno studio messicano, l'ascolto della musica classica può aiutare lo sviluppo del feto. Il suono, infatti, riesce ad arrivare anche al bambino nel pancione e a influenzarne la frequenza cardiaca.

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Da quanto riportato in una ricerca messicana, la musica classica riuscirebbe ad arrivare fin nel pancione delle mamme e a influenzare la frequenza cardiaca del feto. La melodia, infatti, riesce a rendere i battiti più stabili e prevedibili, probabilmente per lo sviluppo del sistema nervoso autonomo.

Ciò dimostrerebbe, quindi, come l’ascolto di brani classici non solo rinforza il legame tra genitori e feto, ma stimola anche l’intelligenza emotiva e l’implementazione dei sistemi vitali del nascituro. Vediamo insieme cosa ha concluso la ricerca portata avanti in Messico.

La ricerca in Messico

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Autonomous University of the State of Mexico, del Metropolitan Autonomous University, del General Hospital Nicolás San Juan e del National Institute of Cardiology Ignacio Chávez, ed è stato pubblicato sulla rivista Chaos dell’American Institute of Physics Publishing. L’obiettivo della ricerca era analizzare l’influenza della musica classica sulla frequenza cardiaca del feto.

Nello studio sono state coinvolte 36 donne incinta, le quali hanno ascoltato alcuni brani classici, quali The Swan del compositore francese Camille Saint-Saëns e Arpa de Oro del messicano Abundio Martínez. Grazie a cardiofrequenzimetri esterni, dunque, i ricercatori si sono concentrati sulla variabilità tra un battito e l’altro. In questo modo, hanno potuto rintracciare anche la maturazione del sistema nervoso autonomo del bambino. Più è variabile la frequenza, infatti, maggiore è lo sviluppo del feto.

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Gli effetti della musica classica sul feto

Da quanto emerso dalla ricerca, l’ascolto di brani di musica classica indurrebbe il feto ad avere dei battiti cardiaci più stabili e prevedibili, rappresentando un migliore sviluppo del sistema nervoso autonomo. Ciò vuol dire che la musica rappresenta realmente uno stimolo per la maturazione prenatale. La dottoressa Claudia Lerma, co-autrice dello studio, ha sostenuto:

Forse i genitori dovrebbero davvero considerare l’idea di ascoltare musica soft durante la gravidanza.

Abbiamo scoperto che l’esposizione alla musica ha prodotto modelli di frequenza cardiaca fetale più stabili e prevedibili.

Supponiamo che questo effetto momentaneo possa stimolare lo sviluppo del sistema nervoso autonomo fetale.

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Le differenze tra i due brani

La ricerca ha analizzato non solo la reazione del feto all’ascolto di musica classica, ma ci si è soffermati sulle differenze ottenute dai due brani scelti. Nonostante entrambi abbiano avuto effetti positivi, Arpa de Oro è apparso più influente nella regolarizzazione dei battiti cardiaci. Il professor Eric Alonso Abarca-Castro, tra i membri dello studio, ha commentato così il risultato, ipotizzando che la melodia, la ritmica o la familiarità possano aver contribuito a questa distinzione tra i risultati:

Quando abbiamo messo a confronto The Swan con Arpa de Oro, abbiamo notato alcune differenze significative.

In particolare, il secondo brano sembrava avere un impatto più forte su alcune misure, indicando che produceva modelli di frequenza cardiaca più prevedibili e regolari.

Fattori come le caratteristiche ritmiche, la struttura melodica o la familiarità culturale potrebbero essere collegati a questa differenza.

Prospettive future della ricerca

Secondo i ricercatori, è consigliato mantenere i brani ascoltati dalla mamma a volume non troppo elevato, per non urtarne la percezione del feto. Il professor Abarca-Castro ha dichiarato:

I nostri risultati suggeriscono che questi cambiamenti nelle dinamiche della frequenza cardiaca fetale si verificano istantaneamente, quindi i genitori potrebbero prendere in considerazione l’idea di esporre il feto a una musica tranquilla.

I genitori che ascoltano musica rilassante possono stimolare il sistema fetale.

A questo punto, l’intento degli scienziati è ampliare la ricerca, per comprendere se generi musicali differenti, con sonorità e ritmi altrettanto diversi, possano avere ulteriori ripercussioni sul feto. Il dottor José Javier Reyes-Lagos, dell’Autonomous University of Mexico State, ha sottolineato l’importanza di approfondire ulteriormente questi aspetti, così da capire meglio il legame tra musica e sviluppo prenatale:

Per capire se le variazioni ritmiche suscitino distinte risposte cardiache fetali, intendiamo aumentare le dimensioni del nostro campione ed espandere la nostra indagine per includere una varietà di stili musicali diversi, oltre ai brani classici.

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