Loredana Bertè in una recente intervista a Verissimo, da Silvia Toffanin, è tornata a parlare della sua infanzia, del suo rapporto con i genitori e in particolare del padre violento, rivisto dopo quarant’anni in occasione della morte di sua sorella.
L’uomo all’obitorio l’avrebbe presa a calci e pugni e fatta cadere nella bara con suo sorella Mia Martini. La cantante ha raccontato questo anche nel suo libro autobiografico Traslocando – È andata così, oltre ai particolari più raccapriccianti della sua vita.
Loredana Bertè: il racconto su suo padre
Loredana Bertè dalla Toffanin a Verissimo ha descritto il padre come un mostro. Ecco cosa ha raccontato riguardo a lui:
L’ho visto massacrare mia madre di botte a sangue all’ottavo mese di gravidanza, ricordo le mattonelle del bagno sporche. Metteva Beethoven quando doveva picchiare qualcuno. Mio padre aveva vissuto queste cose da piccolo.
Noi ci inventavamo diversivi per farlo ragionare, ma non ragionava. Alla quarta femmina, è andato via perché odiava le donne. Io non avuto più rapporti con mio padre e mia madre. Dopo la tragedia la Mimì, ho un cuore di neve, mi ha distrutta. L’ho rivisto 40 anni dopo, per il funerale di Mimì.
“Mio padre era un mostro e un porco”
Nel libro autobiografico Loredana Bertè racconta che il padre non avrebbe avuto nessun pudore nei loro confronti tanto da scandalizzarle anche dal punto di vista sessuale, quando lei e le sorelle erano solo delle bambine, e di come nella sofferenza si sia unita alla sorella Mia Martini:
Era il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente.
Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, il padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire.
Chi è Giuseppe Radames, il padre di Loredana Bertè
Giuseppe Radames Berté è nato nel 1921 a Villa San Giovanni, comune della città di Reggio Calabria. Intraprende gli studi classici e diventa professore di greco e latino. Si trasferisce nelle Marche dove insegna per tanti anni a San Ginesio, presso l’Istituto Magistrale “Alberico Gentili”, per poi divenire preside ad Ancona. Sposa Maria Salvina Dato, maestra elementare, originaria come lui della Calabria, e da lei ha quattro figlie: Loredana, Domenica (detta Mimì), Leda e Olivia.
Per motivi di lavoro si trasferisce in Lombardia, dove svolge il mestiere di preside in diversi istituti. L’uomo è scomparso all’età di 96 anni, il 6 ottobre 2017, a Cavaria con Premezzo, comune in provincia di Varese.
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