Salvati due volte. Una mamma e il suo neonato in pochi giorni, dopo il terremoto che ha colpito Turchia e Siria, sono stati estratti due volte dalle macerie. Dima, quando il sisma ha colpito la sua casa a Jinderis, in Siria, era al settimo mese di gravidanza. Dopo il crollo di una parte dell’abitazione è stata soccorsa e portata in ospedale, dove, grazie al supporto dei medici della Syrian American Medical Society, ha dato alla luce il piccolo Adnan.
Dopo il parto la donna è tornata a casa con il neonato ma la struttura è crollata completamente. Per l’ennesima volta madre e figlio sono stati estratti dalle macerie e salvati due volte. La forza della vita è emersa con forza prepotentemente.
Salvati due volte: quali sono le attuali condizioni di madre e figlio
Dima e il suo neonato hanno rischiato di morire due volte ma in entrambe le occasioni sono sopravvissuti. Madre e figlio, salvati due volte, hanno dimostrato una resistenza e resilienza tale da non soccombere sotto il peso delle macerie.
I soccorritori la seconda volta hanno estratto il bambino in gravi condizioni. Il piccolo è stato subito trasportato all’ospedale al-Shifa di Afrin mentre la madre ha ricevuto cure per una grave lesione alla gamba. Il medico Abdulkarim Hussein al-Ibrahim, secondo quanto riporta la BBC, ha fatto sapere che il neonato sta rispondendo bene alle cure e riceve il nutrimento necessario per la sua disidratazione.
La famiglia dopo la prima scossa è stata costretta a tornare a vivere nella casa, parzialmente distrutta, non avendo altro posto dove andare. Ora Dima vive in una tenda con altri sfollati, insieme al marito e ai loro nove nipoti.
La loro casa, andata completamente distrutta, era situata a Jinderis, in una delle aree più colpite dal sisma, nella zona nord-ovest della Siria.
Salvati due volte: qual è la situazione in Siria
Il Paese già versava in una situazione difficile. Come riportato da Fanpage.it prima del terremoto erano circa 4,1 milioni di persone che facevano affidamento sull’assistenza umanitaria. Anche il sistema sanitario era abbastanza compromesso: dal 2021 i bombardamenti hanno distrutto gran parte dell’ospedale al-Shifa.
Gli aiuti da parte delle Nazioni Unite non si sono fatti attendere: 58 camion hanno varcato la frontiera dalla Turchia, attraverso Bab al-Hawa, unico valico utilizzato per fornire assistenza umanitaria.
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