Super Marley, la storia del cane cieco che salva le persone in mare diventa un film

La storia di Marley, pastore tedesco cieco dalla nascita, ci dimostra che nulla è impossibile. L'intervista a Marco Chimenti che lo ha adottato.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Marley è davvero un Supercane. Nel 2018 l’esemplare di pastore tedesco doveva essere soppresso a causa di una malformazione agli occhi, nota come microftalmia, che lo ha reso cieco dalla nascita.

Quando però Marco Chimenti e Carlotta Nelli, di Santa Maria al Monte (Pisa), sono venuti a conoscenza della sua storia, non ci hanno pensato due volte: sono diventati la sua nuova famiglia.

Marley non si è mai arreso, e la sua condizione non è mai stata un ostacolo: fa parte della squadra della Scuola Italiana Cani da Salvataggio di Forte dei Marmi. Star dei social con oltre 100.000 followers su Instagram e TikTok, con il nome di marley_supercane, è stato ospite in vari programmi TV, tra cui Tú Sí Que Vales, La volta buona e persino a Casa Sanremo.

Inoltre, alla Camera dei Deputati è stato da poco presentato il libro sulla sua vita La vita a colori di un cane cieco, edito da Bookers Edizioni. E ora la sua storia diventerà presto un film.

L’intervista a Marco Chimenti, ‘papà’ adottivo di Marley

La redazione de ildigitale.it ha dialogato con il ‘papà’ adottivo di Marley, Marco Chimenti: ecco cosa è successo, dal loro primo incontro a oggi.

Come avete scoperto la storia di Marley?

Marley nasce a Bari, con una patologia agli occhi, la microftalmia, motivo per cui avrebbe dovuto essere abbattuto. Per fortuna, è stato poi portato in un canile e successivamente le sue foto postate sui social.

Io e Carlotta ci imbattiamo nella sua storia e decidiamo immediatamente di adottarlo. Avevamo perso da poco il nostro pastore tedesco Klaus adottato a 13 anni, con problemi di deambulazione, ma era un cane vedente. Vediamo Marley, ci innamoriamo di lui, e decidiamo di dare il via alle pratiche per farlo venire a venire qui in Toscana da noi. Ci confrontiamo con addestratori e veterinari, perché non ci eravamo mai approcciati a un cane non vedente.

Qual è stata la prima reazione della gente alla vostra adozione di Marley?

Tutti ci danno dei pazzi e ci dicono che un cane non vedente non avrebbe mai salito le scale di casa nostra ― abitiamo al 2 piano senza ascensore ― non avrebbe bevuto l’acqua, insomma, non sarebbe riuscito a fare delle cose che un cane normalmente fa. Ma non abbiamo mai cambiato idea, anzi, tutto ciò ha rafforzato in noi la voglia di adottarlo, perché volevamo portarlo via da un posto in cui era difficile vivere.

Che tipo di cane è Marley?

La realtà è diversa da quella che ci hanno sempre raccontato. Marley è un cane vivace, ubbidiente, si dimostra incline all’apprendimento, gli insegniamo a farlo divertire. Gioca con la palla, porta il bastone, salta i fossi pian piano, e gli ostacoli. Scende le scale di casa con attenzione, certo, ma non c’è nulla che non possa fare.

Cosa è successo dopo averlo adottato?

Siamo andati avanti negli addestramenti fino a quando iniziamo mantrailing, ossia l’attività di ricerca in cui un cane segue la traccia lasciata da una persona che si allontana, seguendone l’odore.

Continuiamo ad allenarci, fino a che ci nota la Protezione Civile e ci chiede di far parte del loro gruppo. Marley diventa poi il primo cane specializzato per la ricerca delle persone scomparse.

Successivamente ci mettiamo in contatto con SICS, la Scuola Italiana Cani Salvataggio, ci viene chiesto di fare un percorso in acqua. A noi le sfide piacciono, non ci siamo mai sottratti, e accettiamo. Marley ha ottenuto il primo brevetto speciale come cane bagnino in Toscana.

Cosa ci insegna la storia di Marley?

Marley è un giocherellone, è attivo mentalmente, non si stanca mai. È lui che fa stancare noi e noi invece non riusciamo a farlo mai stancare. La sua storia ci dimostra che la disabilità sta solo negli occhi di chi vede, perché lui riesce a fare tutto quello che fa un cane normale. Proprio per questo abbiamo aperto i canali social per dimostrare che si possono adottare dei cani con disabilità. Facciamo cose che sembrano impossibili da realizzare, ma in realtà non lo sono.

Leggi anche: “Salvate prima il mio cane”: la richiesta commovente di un anziano ai Vigili del Fuoco

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