Legge Ferragni. Dopo il caso che ha investito l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni a partire dalla multa dell’Antitrust e alle indagini per truffa, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di Quarta Repubblica su Rete4, ha annunciato una nuova norma sulle attività commerciali con scopo benefico. Se ne parlerà al prossimo Consiglio dei ministri, previsto per giovedì 25 gennaio.
A prescindere dal Ferragni-gate il Governo ha deciso di aumentare i controlli e introdurre pene esemplari per chi tenterà di approfittarsi dei più deboli.
L’obiettivo è proprio quello di portare maggior trasparenza con una norma ad hoc, pensata per i privati, le imprese, gli enti commerciali, le aziende, e anche per gli influencer, in un settore dove fino ad oggi è mancata.
Legge Ferragni: la prima volta che Meloni ha parlato del caso del pandoro-gate
Non è la prima volta che Meloni parla di Chiara Ferragni. Lo aveva già fatto, nominandola direttamente in riferimento al caso Pandoro, dal palco di Atreju, in occasione della festa di Fratelli d’Italia. Ecco cosa aveva detto in quell’occasione:
Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari.
Il marito della Ferragni, aveva così risposto in difesa della moglie, attaccando Meloni:
La presidente del Consiglio Meloni ha deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese.
Avrà parlato della disoccupazione, o della Manovra o della pressione fiscale?
No, ha deciso di dire ‘Diffidate dalle persone che lavorano sul web’. Questa è la priorità del nostro presidente del Consiglio.
Legge Ferragni: cosa cambia per le attività commerciali a scopo benefico
Nello specifico con la Legge Ferragni le attività commerciali a scopo benefico avranno l’obbligo di riportare sulle confezioni le informazioni dettagliate, per una maggior trasparenza. Ha così specificato Meloni:
Sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinato a scopo benefico.
Poi ha aggiunto:
La vicenda ha fatto vedere che effettivamente c’è un buco, in termini di trasparenza, nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico.
Voluto o non voluto, è una cosa nella quale si può incappare.
Come funziona la legge Ferragni
Manlio Messina, deputato e vicepresidente di Fratelli d’Italia alla Camera, come riportato da Sky tg24, parlando dell’intervento del Governo sulla questione beneficenza ha così specificato:
Ci sarà l’obbligo di indicare in maniera chiara e netta l’importo dei contributi che si ricevono, e quanto viene destinato alla beneficenza.
La parte che non va in beneficenza deve essere rendicontata nel dettaglio.
Ha poi sottolineato che non si tratta di “una legge anti-Ferragni” ma solo “di regolamentare questa materia”. Ad essere regolamentato sarà un settore vasto e ramificato. Al momento non sono stati stilati testi o bozze ma l’obiettivo è quello di mettere la parola fine alle possibili truffe.
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