I 30 aprile esce il nuovo libro postumo di Michela Murgia dal titolo Ricordatemi come vi pare, edito Mondadori. L’opera nasce dalla raccolta di una settimana di registrazioni, in cui si è raccontata al suo amico ed editor, Beppe Cottafavi lo scorso anno.
A pubblicare alcuni estratti è “Repubblica”, come riporta “Ansa”, e l’interrogativo che Michela Murgia si pone è Come siamo arrivati a questo punto così, di colpo? Questa è la domanda a cui ha cercato di “dare una risposta in una serie di stories di Instagram”, in cui ha ripercorso “gli ultimi trent’anni di storia italiana per spiegare come si è arrivati a un nuovo fascismo”.
La scrittrice, opinionista, critica e attivista racconta gli ultimi suoi 30 anni di vita, chiamando in causa la precarizzazione, la legge sull’immigrazione, il caso Luana Englaro e più specificatamente il mondo della politica: “A vent’anni leggo un libro reportage di Gad Lerner, Operai. Lo prendo in biblioteca, perché voglio capire. Partendo dalla Fiat, Gad racconta come è cambiato il mondo del lavoro nel settore primario, i suoi attori e soprattutto la sua ideologia. Il passaggio che mi colpì allora raccontava di come gli operai di fabbrica, strutturalmente votanti a sinistra, avessero gradualmente cominciato a dare consenso alla Lega Nord”.
Inoltre, secondo la scrittrice il punto di svolta è stato il 2001: “Non credete a chi dice che furono le Torri Gemelle. Il G8 di Genova è un punto di non ritorno per la mia generazione… gli insabbiamenti […] le notizie manipolate, i processi pieni di bugie”.
Qual è il punto di vista di Michela Murgia?
Nel libro Ricordatemi come vi pare Michela Murgia rivela che la questione cruciale attorno a cui ruota il suo pensiero, quindi, sull’avvento di un nuovo fascismo non è nata di colpo: “Si tratta di una deriva che molti avevano già previsto negli scorsi decenni. Lo stato delle cose attuali era prevedibile da anni, partendo da eventi enormi o piccolissimi, ma tutti rivelatori”.
Prova a fare un elenco di ciò che è successo fino al maggio 2023: “Si è spesso parlato di razza, controllo dei corpi delle donne, diritti tolti alle minoranze, politiche xenofobe, contestanti schedate dalla Digos, epurazioni nel sistema culturale e d’informazione”.
Il concetto di democratura
Michela Murgia si interroga sul concetto di democratura, un sistema di governo apparentemente improntato alla democrazia, ma in cui i cittadini non avrebbero un vero potere decisionale. Ecco qual è il pensiero della scrittrice in merito: “Non siamo abituati a vedere il fascismo arrivare da una democrazia. Lo abbiamo sempre visto partire da monarchie o instabilità più o meno dittatoriali”.
Ma cosa succede a sinistra nel frattempo? Michela Murgia si interroga anche su questo: “A proporsi come “democratore” è stato con un certo successo Matteo Renzi. Questo perché ha tentato riforme centraliste, era un populista che disintermedia la comunicazione tra “il capo” e “il popolo”, querela (o minaccia di farlo) giornalisti e intellettuali, e fa propria la retorica del merito e dell’eccellenza (dovremmo tutti essere Marchionne), concretizzandola nel Jobs Act”.
Cita poi l’attuale premier Giorgia Meloni: “Arriva quando può finalmente arrivare senza che la massa lo trovi strano o pericoloso”.
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