sabato, 18 Gennaio 2025
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Premio di 10 milioni di dollari per chi riesce a parlare agli animali con AI: ma è davvero possibile?

La Jeremy Coller Foundation e il team di ricerca dell'Università di Tel Aviv hanno messo in palio un premio per chi parlerà con gli animali tramite AI: "Negli ultimi anni la comprensione della comunità scientifica dei modelli di comunicazione degli organismi non umani ha fatto passi da gigante".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

Siamo davvero in grado di parlare con gli animali? Secondo alcuni scienziati la risposta è affermativa ed è stato messo da poco in palio un premio di 10 milioni di dollari per chi riesce nell’impresa grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.

A riportarlo è il “The Guardian” e tale iniziativa prende il nome di Coller Dolittle Challenge for Interspecies Two-Way Communication. Organizzata dalla Jeremy Coller Foundation e da un team di ricerca dell’Università di Tel Aviv, ecco cosa afferma il presidente della fondazione: “Proprio come la Stele di Rosetta ha svelato i segreti dei geroglifici, sono convinto che l’intelligenza artificiale possa davvero aiutarci nella conversazione tra le specie“.

Ma in cosa consiste il premio? Chi riesce a conversare con gli animali, come accennato poco sopra, si aggiudicherà 10 milioni di dollari, se deciderà di optare per un investimento in titoli azionari, o 500.000 dollari come premio in denaro.

Ma non è questa l’unica ricompensa. Infatti, vi sarà anche un premio annuale pari a 100.000 dollari per chi aiuterà i ricercatori coinvolti nel trovare “modelli e algoritmi scientificamente rigorosi nel campo di una comunicazione con organismi non umani fino al raggiungimento di quella interspecie”.

Qual è l’obiettivo della Jeremy Coller Foundation?

animali e bambini

Le iscrizioni per il premio chiudono il 31 e l’obiettivo sia della Jeremy Coller Foundation sia del team dell’Università di Tel Aviv è quello di dare vita a un sistema in cui gli animali non si rendano conto di comunicare effettivamente con gli esseri umani, modello molto simile a quello al test di Turing per l’AI.

Il team dell’Università di Tel Aviv spiega ancora che il premio avrà importanti sviluppi per il futuro: gli scienziati potranno comprendere a fondo la senzienza delle specie ― la loro capacità di provare emozioni e sentimenti ― e fornire sostegno per i diritti degli animali.

Perché il premio potrebbe avere una portata rivoluzionaria per gli umani e animali?

Il team di ricerca dell’Università di Tel Aviv afferma che alcuni ricercatori hanno recentemente sviluppato algoritmi per studiare e comprendere gli stridii dei pipistrelli quando litigano tra loro. O ancora altri sono stati utilizzati per comprendere le emozioni dei maiali dal loro tipo di grugnito e gli squittii dei roditori quando sono agitati.

Ecco cosa ha affermato Yossi Yovel, presidente del Premio Coller Dolittle, professore presso l’Università di Tel Aviv e coautore dello studio sugli stridii dei pipistrelli: “Negli ultimi anni, la comprensione da parte della comunità scientifica dei modelli di comunicazione degli organismi non umani ha fatto passi da gigante […] Siamo aperti alla comprensione di qualsiasi organismo, dalla comunicazione acustica nelle balene alla comunicazione tra i vermi”.

Si mostra d’accordo con il professor Yovel, Peter Gabriel, cantante, compositore, produttore discografico ed ex membro dei Genesis, che ha contribuito all’istituzione del premio in denaro: “Quando ho suonato con le scimmie bonobo, sono rimasto sbalordito dalla loro intelligenza e dalla loro musicalità. Sono felice che ci siano scienziati ora impegnati sia a comprendere la loro comunicazione che i modi attraverso i quali potremmo iniziare una comunicazione interspecie significativa”.

Il legame tra la comunicazione umana-animale grazie all’AI

Nonostante l’idea alla base del premio abbia, almeno sulla carta, una portata rivoluzionaria, alcuni esperti sono scettici sulle potenzialità dell’AI nel riuscire a costruire un ponte di comunicazione tra gli umani e gli animali.

Questo è il parere di Robert Seyfarth,professore emerito di psicologia all’Università della Pennsylvania: “Penso che nessuna programmazione realizzata con intelligenza artificiale possa sostituire una conoscenza dettagliata e a lungo termine della società in cui gli animali comunicano. Per scoprire il significato del grugnito di un babbuino o del fischio di un delfino, senza conoscere il contesto sociale, ci vogliono anni“.

Si mostra, invece, fiduciosa Clara Mancini, professoressa di interazione animale-computer della britannica Open University: “In caso di successo, a mio avviso, questo sarebbe uno dei risultati umani più utili resi possibili da questa tecnologia in rapido sviluppo. Qui, la vera domanda è se saremo disposti ad ascoltare veramente ciò che gli animali hanno da dire e concedere loro i diritti fondamentali che dovrebbero essergli riconosciuti”.

Leggi anche: Google Lumiere, nasce l’intelligenza artificiale che crea video realistici a partire da foto

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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