Abedini e Sala: i loro destini sembrano essere incrociati dalle trame di una storia che si infittisce sempre di più.
Da un lato, i genitori di Cecilia Sala che hanno dichiarato il silenzio stampa sull’intera questione che vede appunto coinvolta la giornalista italiana di 29 anni, attualmente detenuta nel carcere per gli oppositori politici di Evin, Teheran per aver violato le leggi islamiche.
Dall’altro, un uomo di 38 anni, arrestato il 16 dicembre sotto richiesta degli Stati Uniti all’aeroporto di Malpensa per violazione delle leggi americane.
Cerchiamo di fare il punto sulla vicenda e capire meglio chi è Mohammad Abedini.
Chi è Mohammad Abedini e perché è stato arrestato?
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Mohammad Abedini Najafabadi è un ingegnere iraniano di 38 anni, originario di Teheran, con doppia cittadinanza iraniana e svizzera. È noto per la sua esperienza nella progettazione e costruzione di droni.
Il 16 dicembre 2024 è stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa dalle autorità italiane su mandato della giustizia statunitense. Le accuse mosse contro di lui includono la cospirazione per esportare componenti elettronici dagli Stati Uniti all’Iran, in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni.
Inoltre, è accusato di aver fornito supporto materiale al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), considerato dagli Stati Uniti un’organizzazione terroristica.
Bisogna dire però che in Italia i reati contestati dagli Usa hanno caratteristiche e presupposti diversi. In particolare il Corpo dei Guardia della Rivoluzione, da noi, non è inserito nella black list dell’Onu e in quella dell’Unione Europea come organizzazione terroristica. Quindi di fatto per le leggi del nostro paese, l’ingegnere iraniano non avrebbe commesso alcun reato.
Dopo l’arresto, è stato detenuto in diverse strutture carcerarie italiane, tra cui Busto Arsizio, Rossano Calabro e, più recentemente, il carcere di Opera a Milano, in regime di alta sicurezza. Gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione e la Corte d’Appello di Milano è chiamata a decidere in merito.
Il suo arresto ha suscitato reazioni diplomatiche con l’Iran che ha convocato rappresentanti diplomatici italiani e svizzeri per protestare contro la detenzione.
Il legale di Abedini, l’avvocato Alfredo De Francesco, ha dichiarato che il suo assistito respinge le accuse e non comprende i motivi dell’arresto. Ha presentato una richiesta di arresti domiciliari che è stata respinta dalle autorità italiane a causa del rischio di fuga e della pericolosità attribuita all’ingegnere dalle autorità statunitensi.
Il prossimo 15 gennaio alle ore 9 è fissata l’udienza per decidere proprio se concedere o meno i domiciliari.
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Abedini dal carcere di Milano: “Pregherò per Cecilia Sala e per me stesso”
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Alfredo De Francesco, l’avvocato di Abedini, ha riportato alla testata AdnKronos che il suo assistito si è mostrato “molto preoccupato per la situazione e per la famiglia“.
Nonostante la complessa situazione giudiziaria e le accuse che lo tengono detenuto nel carcere di Opera a Milano, Abedini ha mostrato un lato umano e spirituale che trascende le sue difficoltà personali. “Pregherò per Cecilia Sala e per me stesso,” ha dichiarato l’ingegnere iraniano attraverso i suoi legali.
Le parole di Abedini sono un messaggio di solidarietà verso la giornalista italiana Cecilia Sala che si trova nella prigione di Evin. Questa dichiarazione, giunta da una persona in condizioni di isolamento e pressione psicologica, riflette un atteggiamento di compassione e speranza.
Abedini, pur affrontando le accuse e il rischio di estradizione negli Stati Uniti, ha deciso di esprimere una vicinanza spirituale verso una connazionale del paese che lo sta trattenendo, mostrando che anche nelle circostanze più difficili esistono spazi per l’empatia e la riflessione.
Le sue parole rappresentano un segnale di umanità che invita ad un dialogo costruttivo e al superamento delle tensioni.
L’avvocato De Francesco ha poi riferito che Abedini:
È sempre più incredulo per le accuse mosse dagli Usa nei suoi confronti, non ha motivi per lamentarsi della detenzione ed è preoccupato per la famiglia, in particolare per il figlio che non è ancora riuscito a sentire.
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Iran: “Rilascio immediato per Abedini”
Il governo iraniano ha ribadito il suo impegno per il dialogo e la cooperazione, esprimendo preoccupazione per l’arresto di Mohammad Abedini in Italia.
Majid Nili Ahmadabadi, direttore generale per l’Europa occidentale del Ministero degli Esteri iraniano, ha sottolineato l’importanza di preservare le relazioni bilaterali tra Teheran e Roma, evidenziando come gesti di comprensione reciproca possano rafforzare i legami diplomatici.
L’ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei, è stata ricevuta dal governo iraniano per discutere il caso, in un contesto che punta al rispetto e alla risoluzione delle divergenze.
L’Iran ha auspicato una gestione equa della vicenda, ribadendo la necessità di evitare azioni che potrebbero minare la fiducia tra i Paesi, favorendo invece il dialogo costruttivo.
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