mercoledì, 12 Marzo 2025
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L’abolizione del test di Medicina è legge, la selezione sarà al secondo semestre

Approvata dalla Camera la riforma che prevede l'abolizione del test d'ingresso per la facoltà di Medicina. Ecco tutto quello che cambierà con la nuova legge.

È stata approvata ieri, 11 marzo, dalla Camera dei deputati la riforma circa l’abolizione del test d’ingresso per la facoltà di Medicina e Chirurgia. La legge ha visto 149 voti favorevoli al fronte di 63 contrari, mentre si prevede la delega al Governo per introdurre, entro un anno, uno o più decreti legislativi circa le nuove regole d’accesso.

A essere interessate, oltre alla facoltà di Medicina e Chirurgia, ci sono anche Odontoiatria e Protesi dentaria e Medicina Veterinaria, alle quali si potrà accedere senza un test di ammissione, seppure studentesse e studenti saranno sottoposti a una selezione nel secondo semestre di studio. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la legge.

Abolizione del test di Medicina

Dopo l’approvazione del Senato, il 27 novembre 2024, anche la Camera dei deputati ha dato il via libera alla legge che modifica l’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Adesso spetta al Governo e al Ministero dell’Università, entro un anno, emanare uno o più decreti legislativi, facendo fede ai princìpi e ai criteri direttivi stabiliti dal Parlamento. Tra questi ultimi rientra una selezione che verrà effettuata nel secondo semestre. Studentesse e studenti verranno inseriti in una graduatoria nazionale in base ai crediti formativi raggiunti nell’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.

Nel caso in cui non si riuscisse ad accedere al secondo semestre, i cfu verranno ugualmente riconosciuti, per consentire il proseguimento della carriera presso un diverso percorso di studi, sempre nelle stesse aree dei crediti formativi. La riforma riguarda tutte le università statali e ha come obiettivo il potenziamento del Servizio sanitario nazionale rispetto alla formazione del personale, che dovrà essere di qualità.

Leggi anche: Test di Medicina abolito, come si accederà ai corsi e quali saranno i vantaggi per gli studenti

Gli obiettivi definiti

Il primo obiettivo definito dalla legge è che sarà possibile ripetere l’iscrizione al semestre filtro solo una volta: se non si dovessero passare uno o più esami o se si dovesse raggiungere un punteggio insufficiente per entrare nella graduatoria nazionale, studentesse e studenti potranno riprovare una seconda volta. Inoltre, chi decide di iscriversi a una delle facoltà interessate dalla nuova legge dovrà selezionare non solo l’università di preferenza dove frequentare dal secondo semestre in poi, ma anche altre proposte, così da avere la sicurezza di rientrare in un ateneo.

È da sottolineare che l’abolizione del test d’ingresso vale solo per le facoltà in lingua italiana, mentre per quelle in inglese sarà ancora necessario dover sostenere il quiz d’ammissione. Allo stesso modo, sembrerebbe che la legge non valga per le università non statali.

Leggi anche: Quali sono gli esami universitari più difficili? Ecco la classifica in base alle facoltà

Le parole della Ministra Bernini

La Ministra per l’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, ha celebrato l’approvazione della legge dalla Camera dei deputati attraverso un post sul proprio profilo X:

Finalmente Medicina volta pagina: superiamo il numero chiuso e diciamo addio ai test d’ingresso che per troppo tempo hanno spento i sogni e le ambizioni di tanti ragazzi.

L’Università non si presenta più con l’odiosa dicitura “numero chiuso”, ma apre le proprie porte per formare chi desidera diventare medico.

La Ministra ha proseguito, poi, dando il proprio punto di vista sulla nuova riforma e su ciò che apporta a chi vuole frequentare una facoltà sanitaria:

Archiviamo i quiz d’ingresso, che negli anni hanno generato più ricorsi al Tar che vera formazione; diciamo basta a quella pletora di corsi di preparazione privati e costosi che hanno condizionato l’ingresso a Medicina sulla base del reddito e non del merito; mettiamo fine all’odioso fenomeno dell’emigrazione di ragazzi e ragazze che pur di seguire la vocazione di diventare medici sono stati costretti ad andare all’estero perché respinti da test opachi e non qualificanti.

Questa riforma è una vera rivoluzione che mette al centro le esigenze degli studenti e risponde anche alla carenza di camici bianchi: in 7 anni le Università italiane formeranno 30mila medici in più, sostenute da maggiori risorse finanziare.

Un investimento che rafforza il nostro sistema sanitario e continuare a garantire una formazione d’eccellenza.

Anna Maria Bernini ha sottolineato anche quali siano i punti principali della riforma, ossia:

Libera iscrizione al primo semestre con programmi uniformi e materie qualificanti.

Graduatoria nazionale dopo il primo semestre basata sui crediti formativi ottenuti tramite esami universitari con la possibilità di riconoscere i crediti per altri percorsi formativi di area sanitaria.

Scelta della sede in base alla graduatoria nazionale, preferenza degli studenti e disponibilità dei posti in ateneo.

Punti ancora da chiarire

Per comprendere meglio quali saranno gli esiti dell’abolizione del test d’ingresso di Medicina bisognerà aspettare la formazione della nuova classe di studentesse e studenti, il prossimo anno. A ogni modo, ci sono dei punti da chiarire, come quali saranno le materie da seguire durante il primo semestre e i relativi esami da superare. Si pensa a biologia, chimica e fisica, anche se non è esclusa anatomia.

Altro nodo da sciogliere riguarda il modo in cui verranno organizzati gli esami di profitto, ovvero se saranno sempre scritti e orali, con un certo meccanismo che li renda certificabili, oppure se sarà necessario svolgere un quiz per le tre materie, se non addirittura tre test diversi per ciascuna. Quest’ultima opzione, però, sembra poco probabile.

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