Oggi 31 ottobre si sono tenuti a Giaveno, in provincia di Torino, i funerali di Matilde Lorenzi, la giovane sciatrice rimasta vittima di una caduta in Val Senales, durante gli allenamenti. La chiesa di San Lorenzo si è riempita in poco tempo di una numerosa folla, giunta per rendere omaggio alla discesista.
Tra coloro che hanno voluto dare un ultimo saluto a Lorenzi anche il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, e la sottosegretaria alla Difesa con delega alla promozione e al coordinamento delle attività sportive militari, Isabella Rauti. Il sindaco di Giaveno, Stefano Olocco, ha proclamato lutto cittadino ed è stato osservato un minuto di silenzio negli uffici pubblici e nelle scuole di ogni ordine e grado.
La celebrazione
La messa in ricordo di Matilde Lorenzi è stata celebrata da Monsignor Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare di Torino, il quale ha definito la morte della giovane come:
Un dolore che mai ci abbandona.
Che assomiglia a quelle bende e a quel sudario, in cui era avvolto il corpo di Lazzaro.
Dolore segno di ciò che dà sapore alla vita: ed è il coraggio di amare.
Dolore che oggi Dio ci chiede di vivere con lui.
È ciò che sappiamo ora essere il nostro modo di accostare questa oscurità.
Per noi adesso c’è solo questa oscurità, per Matilde si è accesa una luce infinita.
Quella luce che illuminava quella pista è diventata la luce senza tramonto, non c’è più notte.
C’è vita.
Non ci sono più promesse né vittorie, c’è la vittoria sulla morte, sulla paura, sul dubbio.
Matilde ci indica di cercare questa luce, lo ha fatto con tutta la sua vita, la sua forza, il suo carattere, le sue fragilità.
Il feretro della sciatrice è arrivata in chiesa alle 10:00, portata in spalla da amici e familiari. Sulla bara, inoltre, erano presenti rose bianche e rosse, poggiate sul tricolore, mentre ai suoi piedi uno sci con sopra scritto il nome della ragazza. Nella folla che si è riunita a Giaveno molti sono stati i giovani sciatori, appartenenti a diversi club locali, che si sono presentati con le tute d’ordinanza e una fascia sul braccio, con su il nome di Matilde. In rappresentanza dell’Esercito, con cui Lorenzi era tesserata, si sono presentati il sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Salvatore Camporeale e il comandante delle truppe alpine Michele Risi.
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Il ricordo di amici e parenti
Durante la cerimonia, i parenti di Matilde Lorenzi hanno voluto ricordare la giovane sciatrice con parole colme di dolore e gratitudine, come la nonna Rosina, che tra le lacrime ha affermato: “Il Signore ci ha portato via una meraviglia“. Straziante anche la lettera della sorella di Matilde, Lucrezia:
Ci lasci un vuoto immenso, devastante, mi manca l’aria da lunedì.
Sono sicura che sarai proprio tu a guidarmi nelle mie scelte.
Sono immensamente grata di averti avuta come sorella.
Buona discesa libera, Matildina.
La madre Elena ha detto:
Hai voluto arrivare di fretta, il 15 novembre 2004: eri nata velocemente e adesso hai deciso di andartene via di fretta.
Voglio solo ringraziarti, perché io e papà abbiamo avuto la fortuna di essere stati scelti da te come genitori.
Eri riservata, ti aprivi con calma, ci hai donato tantissimo.
Te ne siamo grati.
Devi continuare a sciare là dove sei.
Ti adoro.
Grazie Matilde.
Il padre Adolfo ha poi continuato:
Matilde con la sua scomparsa ci ha chiamato a fare un duro lavoro, che dovrà essere fatto da tutti, insieme.
Per questo busseremo a tutte le porte.
Il progetto che porteremo avanti la manterrà in vita per tutti noi.
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Il progetto in ricordo di Matilde
Il progetto citato da Adolfo Lorenzi è il #Matildina4safety, una raccolta fondi lanciata dalla famiglia della sciatrice, con l’intento di promuovere la sicurezza sugli sci. Sulla locandina che ha già iniziato a circolare sui social, sulla quale sono ritratti il nome del progetto e una foto di Matilde Lorenzi in gara, si legge: “Con il tuo contributo, possiamo percorrere una nuova strada, nel ricordo di Mati. Il tuo passaparola farà la differenza.
L’impegno della famiglia è intenta a cercare tecnologie innovative per alzare il livello di sicurezza degli atleti, attraverso l’introduzione di nuove attrezzature. In particolare, si richiedono interventi mirati su caschi e sistemi di protezione per il collo e per la testa, in modo da diminuire i traumi in caso di impatti. Come si può leggere sulla locandina, si propone anche “il coinvolgimento di aziende leader del settore, con università e mondo della ricerca e le consulenze delle strutture sanitarie“. I primi ricavati verranno utilizzati per individuare e riunire aziende e stakeholder interessati al progetto. Successivamente, si penserà alla produzione e alla commercializzazione delle attrezzature.