L’Intelligenza Artificiale continua ad ampliarsi tanto da impattare in modo sempre più profondo sulla società, non solo dal punto di vista tecnico ma anche etico.
Ci si interroga sulla questione, ed emerge l’esigenza di avere figure professionali che siano in grado di gestire l’Intelligenza Artificiale, degli specialisti in etica dell’IA.
Intelligenza Artificiale: la situazione attuale e la figura dell’AI ethicist
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In questo scenario attuale, in cui l’Intelligenza Artificiale prende sempre più piede nella società e nei settori più disparati, ci si chiede se possano esserci degli svantaggi. L’equilibrio in tutte le cose rimane la scelta più saggia, ma per far sì che l’IA non segua delle derive negative, in cui sia essa stessa a prendere il sopravvento, sono importanti dei limiti e che vi siano delle figure capaci di delinearli, per evitare il rischio che la macchina prenda il sopravvento sull’uomo.
Ormai l’Intelligenza Artificiale è entrata a far parte delle nostre vite, dai sistemi di intrattenimento agli algoritmi che ci suggeriscono come vestire, che film guardare fino alla scrittura di progetti, ricerche e alla possibilità che le automobili guidino da sole. Sono tanti i campi d’azione, e da ciò si evince come i macchinari stiano pian piano sostituendo tutto il lavoro dell’uomo. La figura dell’AI ethicist serve per evitare derive rischiose. Sono pur sempre gli esseri umani ad istruire le macchine, che possono acquisire non soltanto competenze ma anche pregiudizi o discriminazioni.
AI ethicist: cosa fa e perché è importante
L’AI ethicist ha il ruolo di mitigare i rischi etici legati all’uso dell’Intelligenza Artificiale. Ad esempio può intervenire per evitare che nei sistemi penetrino discriminazioni, pregiudizi di genere o razziali, o che tramite la raccolta di dati si possa andare ad intaccare la privacy delle persone.
L’AI ethicist sviluppa anche delle linee guida su come alcune tecnologie debbano essere realizzate e utilizzate. Studia, inoltre, le implicazioni legali e la responsabilità sociale. A volte si tratta di un lavoro multidisciplinare, come specificato da Francesca Rossi, AI Ethics Global Leader presso IMB al Sole24Ore: “Io affianco ricercatori in Intelligenza Artificiale, ma anche esperti in altre discipline, come neurotecnologie, psicologia, filosofia… Interveniamo da tanti punti di vista, cercando di capire se questi tipi di AI discriminano, specialmente quelli basati sul machine learning cioè sull’apprendimento dei dati”.
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