È atterrato ieri alle 17.07 all’aeroporto militare di Ciampino l’aereo Falcon 900 con a bordo Alessia Piperno, la blogger 30enne romana liberata dopo 45 giorni di detenzione nel carcere iraniano di Evin, a Teheran, dove era stata rinchiusa per aver partecipato a una delle manifestazioni di protesta in onore di Mahsa Amini.
La blogger, che indossava un piumino bluette col cappuccio e un cappello verde, è stata accolta in aeroporto dalla Premier Giorgia Meloni per poi rientrare, poco più tardi, nella sua casa romana di Colli Albani sotto braccio al padre, colui che per primo lo scorso ottobre aveva denunciato la scomparsa della giovane.
“Sto bene, sono emozionata e commossa” queste, secondo fonti qualificate, sarebbero state le prime parole che Alessia Piperno avrebbe detto al telefono ai genitori una volta salita sull’aereo diretto a Roma. Poi, giunta a Ciampino, l’abbraccio tanto atteso con la mamma, il papà e il fratello David che, finalmente riuniti ad Alessia, possono oggi tirare un sospiro di sollievo.
Alessia Piperno racconta il carcere in Iran: “Mai subito atteggiamenti violenti”
Il primissimo racconto di Alessia Piperno su quanto vissuto in Iran durante i 45 giorni di detenzione è rassicurante: “È stata dura – ammette – eravamo in sei in una cella. Ma non mi hanno mai maltrattata, non ho mai subito atteggiamenti violenti”. Narrazione, questa, molto simile a quella fatta dalla giovane al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, anche lui presente all’incontro lampo a Ciampino con la Premier Meloni.
Di fronte al primo cittadino della Capitale, Piperno ha ripetuto: “Sono stata trattata bene, ho mangiato regolarmente cibo occidentale”. La blogger romana, dopo l’arresto avvenuto lo scorso 28 settembre, era stata trasferita nella sezione 209 del carcere di Evin, quella riservata ai detenuti politici. La diplomazia italiana, che Meloni ha ringraziato per il “lavoro straordinario e silenzioso”, ha monitorato le condizioni e il trattamento riservati alla giovane nel carcere iraniano per tutto il tempo.
La gioia del nonno di Alessia Piperno dopo la liberazione: “Chissà quanto mi resta, volevo rivederla”
Stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, a sbloccare la trattativa che si protraeva ormai da settimane sarebbe stata una telefonata tra il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani e l’omologo iraniano Hossein Amirabdollahian.
Le autorità iraniane avevano contestato ad Alessia Piperno non solo di avere il visto scaduto, ma anche di soggiornare in un ostello che aveva accolto molti dei manifestanti catturati durante le proteste in corso in Iran. Per fortuna, però, il lieto fine c’è stato e, a chiudere in bellezza questa storia, sono state le parole del nonno di Alessia, Franco, che ha detto a Il Messaggero:
Sono felice. Sono anziano, chissà quanto mi resta, volevo rivederla. Ho vissuto, dormito sempre con il pensiero, guardavo i messaggi whattsapp di mia nipote, nonno come stai? poi più niente. Poco prima del suo compleanno. Poi non ho più sentito la mia nipote super speciale. Mi ha detto: “Sono felice, è il giorno più bello della mia vita”.
Ieri era il compleanno di sua mamma e come faccio tutti gli anni le ho scritto un biglietto: il più bel regalo che potresti avere è che Alessia torni da noi, ti auguro che avvenga presto. Combinazione stamattina la notizia della liberazione. Ora si festeggia, avevo sempre detto: quando torna Alessia paga nonno.
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