sabato, 18 Gennaio 2025
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Anche i metodi contraccettivi sono una questione culturale?

Vi siete mai chiesti se esista un gender gap riguardo l'uso dei metodi contraccettivi? Ebbene, la risposta è sì.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.


Anche i metodi contraccettivi sono una questione di genere. A dimostrarlo basta fare un rapido elenco. Le tecnologie contraccettive a disposizione delle donne sono più di 10, come ad esempio la pillola del giorno dopo, la minipillola, il cappuccio cervicale, il cerotto contraccettivo solo per citarne alcuni, mentre i metodi al giorno d’oggi a disposizione degli uomini sono soltanto 2: il preservativo e la vasectomia.

Tale asimmetria nell’accesso alla contraccezione non può essere giustificata sulla base delle differenze biologiche. Parlare della salute riproduttiva delle donne è considerato normale, mentre parlare di quella maschile è un argomento poco affrontato.

Metodi contraccettivi, il gap culturale può essere colmato da una pillola al maschile?


La storia della pillola contraccettiva maschile, in fase di sperimentazione da quasi 50 anni, ha portato alla luce alcune scoperte rivoluzionarie, ma nessuna di queste, però, è stata davvero affrontata e portata a termine. Non esiste sul mercato un prodotto disponibile corrispondente alla pillola contraccettiva che tutti conosciamo. Un po’ perché effetti collaterali considerati tollerabili per le donne diventano inaccettabili per l’altro sesso.

Per creare empatia e immedesimazione, l’inventore giapponese Sputniko, allo scopo di far comprendere quali sono i fastidi tipici che una donna prova ogni mese, è riuscito a creare un “simulatore” di crampi addominali che per gli uomini a cui è stato sottoposto è risultato molto doloroso, anche se non hanno avuto il coraggio di ammetterlo.

Leggi anche: Eliminare le mestruazioni è possibile: le conseguenze non sono quelle che ti aspetti

Ma qual è la prospettiva per i metodi contraccettivi maschili?

metodi contraccettivi

I ricercatori della Weill Cornel Medicine di New York stanno testando un farmaco che sia in grado di ridurre la fertilità maschile molto rapidamente e per un tempo limitato. Ma ci vorranno ancora anni perché il “pillolo” contracettivo possa essere una realtà. Ha dichiarato così Paolo Turchi, andrologo all’ospedale di Prato e membro della Commissione Scientifica della SIA (Società Italiana di Andrologia):

È molto interessante la nuova piega che sta prendendo la ricerca in questo campo perché i contracettivi ormonali sono considerati ormai non utilizzabili per gli elevati effetti collaterali e con risultati, anche nei migliori studi, non sovrapponibili a quelli della pillola.

Se solo ora si stanno concludendo gli studi è perché solo ora si comprende l’importanza di considerare come la contraccezione fosse considerata soltanto prerogativa delle donne. E se gli studi confermeranno l’efficacia della pillola maschile, saremo in grado di percorrere il suo utilizzo alla pari della canonica pillola femminile?

Leggi anche: Pillola contraccettiva maschile: a fine anno i test sull’uomo

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Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.

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