Aumento di stipendio per i ministeriali. Nel 2022 per i dipendenti dei Ministeri sarà previsto un considerevole aumento in busta paga, fino a 10mila euro. Tale incremento, che riguarderà circa 140mila persone, è da rimandare all’incrociarsi di due fattori: l’adeguamento delle indennità ministeriali e il rinnovo del contratto nazionale che prevede anche il versamento degli arretrati dovuti, comprese le indennità una tantum accumulate nel tempo.
Il tutto sarà reso possibile da un decreto, predisposto da Mef e dal Ministero per la Pa, che presto dovrebbe essere pubblicato dal Governo, col quale si colmerà il gap retributivo attraverso altre articolazioni ministeriali.
Aumenti di stipendio per i ministeriali: chi guadagnerà di più
Aumenti di stipendio per i ministeriali: la misura sarà a regime per il 2022, ma gli incrementi percentuali sono relativi anche agli anni 2020 e 2021 (per cui saranno previsti arretrati). Nel documento sono state inserite tabelle per la perequazione delle indennità di amministrazione: più alti gli aumenti per i dipendenti del Ministeri della Salute, degli Esteri, del Miur e delle Politiche agricole. Aumenti inferiori per i Ministeri dello Sviluppo economico, dell’Interno e della Transizione ecologica. Lo riporta il Corriere della Sera.
Oltre alle indennità, gli aumenti in busta paga per i ministeriali saranno risultato anche del rinnovo del contratto collettivo nazionale, che riguarda 225mila dipendenti pubblici. L’incremento medio è di 1625 euro, spalmati su 13 mensilità, a cui vanno sommati anche gli arretrati contrattuali medi, pari a circa 1800 euro, ma molto variabili a seconda dei casi.
Aumenti di stipendio per i ministeriali: fino a un massimo di 10.458 euro all’anno
Gli aumenti di stipendio per i ministeriali potranno arrivare ad un massimo di 10.458 euro all’anno. Di questi, 63 euro al mese sono dovuti alle mansioni operative, cifra che arriva a 180 euro lordi al mese con l’incrocio di contratto e il decreto perequativo.
La cifra annuale diventa di 2.340 euro lordi e può aumentare fino a quasi 4000 euro se si sommano gli arretrati una tantum. I vertici avranno gli aumenti più consistenti: 302 euro al mese, più fino a 6.532 euro di arretrati per i «dipendenti con elevate professionalità». Si arriva così a 10.458 euro in più all’anno in busta paga.
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