Bocciato referendum sulla cannabis. La Corte Costituzionale ha deciso: il referendum sulla cannabis è inammissibile. Lo ha ufficializzato il presidente della Consulta Giuliano Amato.
Nel quesito referendario si chiedeva di cancellare le pene per chi coltiva cannabis (ovvero da 2 anni a 5 anni di carcere e una multa da 26mila a 260mila euro) e di eliminare la sanzione amministrativa della sospensione della patente.
Referendum giustizia, cinque ammessi, uno respinto
Per quel che riguarda gli altri quesiti, sono cinque i referendum totali ammessi dalla Corte costituzionale in materia di giustizia. Quelli dichiarati ammissibili riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Consiglio superiore della magistratura, il voto avvocati sui magistrati.
“I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”, ha spiegato la Corte Costituzionale in una nota. Respinto solo un quesito sulla giustizia, quello della responsabilità civile dei magistrati.
Non si è fatta attendere la reazione del leader della Lega Matteo Salvini, che aveva proposto i quesiti referendari, che su Twitter ha scritto: “Primi quattro Referendum sulla Giustizia dichiarati ammissibili e presto sottoposti a voto popolare: vittoria! #ReferendumGiustizia”. E gli ha fatto eco il deputato del Carroccio Claudio Borghi, anche lui con un cinguettìo: “Emergo dall’audizione e vedo che sono stati dichiarati ammissibili i referendum sulla giustizia. Occhio che potrebbero essere un punto di svolta epocale”.
Bocciato referendum sulla cannabis, ieri il “no” a quello sull’eutanasia
Bocciato referendum sulla cannabis: proprio ieri era arrivato il “no” a un altro referendum al vaglio della Corte, quello sull’eutanasia, col quale si chiedeva di depenalizzare l’omicidio del consenziente. La Consulta aveva così spiegato la decisione:
La Corte costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato “Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni.
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