Il 15 ottobre è stata fatta una proposta di legge a tutela dei caregiver familiari. Spesso, i caregiver non sono messi in condizione di potersi prendere cura dei propri parenti affetti da malattie o non più autosufficienti. Numerose sono state le richieste e le mobilitazioni che negli ultimi anni si sono mosse a favore di queste figure, che sono costrette a rinunciare a tutto per prendersi cura dei propri casi, senza ricevere un sostegno a livello istituzionale.
Quello del caregiver deve essere considerato un vero e proprio lavoro. Spesso il caregiver si trova da solo a ricoprire questo ruolo, senza il sostegno di nessun altro. Inoltre, questa condizione può durare lunghi periodi. Il nuovo Appello-Manifesto potrebbe rappresentare un enorme passo avanti verso maggiori diritti per i caregiver
Caregiver: l’Appello-Manifesto
L’Appello Manifesti per una legge inclusiva e di equità sociale è stata presentata dall’associazione Carer e da Cittadinanzattiva ad una conferenza stampa della Camera dei deputati. Entrambe le associazioni si sono sempre battute per la tutela dei caregiver, riconoscendo l’importanza a livello sociale di questo ruolo. Il progetto è già stato sottoscritto da 88 tra associazioni, organizzazioni professionali e sindacati e 16 comuni, per un totale di 106 realtà.
L’approvazione della legge sembra essere in dirittura di arrivo e finalmente migliaia di caregiver in Italia vedranno valorizzato e riconosciuto il loro lavoro. Per volere di Cittadinanzattiva, sono stati coinvolti attivamente nel progetto oltre 600 caregiver. Anche i singoli cittadini possono sottoscrivere il progetto accedendo alla piattaforma Change. Il ministro per le disabilità, Alessandra Locatelli, ha dichiarato:
Il riconoscimento del caregiver familiare, in particolare convivente, è un aspetto fondamentale delle politiche che stiamo perseguendo.
Il tavolo di lavoro interministeriale che abbiamo istituito nei mesi scorsi sta lavorando per scrivere una proposta normativa in grado di trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze e le diverse situazioni.
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Come è strutturato il manifesto
Il Manifesto proposto è articolato in quattro punti principali
- La figura del caregiver deve avere una definizione ampia e deve includere non sono i conviventi, ma tutti i familiari che contribuiscono alla cure del malato garantendone diritti e tutele.
- Il Progetto di vita o il Progetto assistenziale deve essere necessariamente redatto insieme al caregiver. Inoltre, il Progetto deve contenere ed esprimere i bisogni del caregiver stesso.
- Le tutele messe a disposizione dei caregiver devono seguire un ordine crescente, devono dunque essere proporzionate all’impegno richiesto al caregivere e adeguate ai suoi bisogni e impatti. Dunque, maggiore è la responsabilità, maggiore deve essere la tutela.
- Infine, è necessario mettere a disposizione risorse congrue, che siano in grado di garantire un’effettiva esigibilità delle tutele e che possano assicurare una base di partenza concreta per l’attuazione dei servizi.
Un traguardo raggiungibile solo grazie alle istituzioni
Si pronuncia sul progetto anche Loredana Ligabue, segretaria dell’associazione Carer, che sottolinea l’importanza delle istituzioni nel processo di riconoscimento dei diritti dei caregiver:
Il lungo percorso per il riconoscimento dei diritti di chi si prende cura ha profonde radici nelle associazioni dei familiari, nelle iniziative delle organizzazioni sindacali, nei Comuni e nelle Regioni che hanno legiferato in merito nelle materie di competenza.
Ora è lo Stato che deve normare diritti e tutele per tutti i cittadini che assistono nel lungo periodo i propri cari, attraverso una legge inclusiva e di equità sociale.
L’approvazione del Manifesto e la sua trasformazione in legge passa necessariamente attraverso istituzioni e organi statali. Per i caregiver sembra che si sia quasi giunti ad un riconoscimento effettivo del loro impegno e del lavoro che svolgono quotidianamente per assistere e prendersi cura dei loro cari.
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