Dopo il caso Enea un altro neonato è stato affidato da una mamma e da un papà a un ospedale, subito dopo il parto. Si tratta di una bambina portata questa mattina al Buzzi da una coppia. La madre avrebbe partorito intorno alle 10.30 in un capannone abbandonato a Quarto Oggiaro.
La donna, dopo aver chiamato il 118, è stata portata al Pronto soccorso dell’Ospedale dei bambini, dove si è assicurata che la piccola ricevesse tutte le cure del caso, e subito dopo è sopraggiunto anche il padre. Sul luogo sono intervenuti anche i carabinieri, su richiesta del personale sanitario operante, a seguito del diniego nel fornire le proprie generalità. Al loro arrivo la donna è voluta restare anonima e non ha riconosciuto la maternità della neonata.
“La piccola è sana, è nata a termine e pesa tre chili”, fa sapere Gian Vincenzo Zuccotti, primario del Dipartimento di Pediatria dell’ospedale milanese dei Bambini.
Altro caso Enea: neonata, che i genitori non riconoscono e a cui non danno il nome, sta bene
I genitori della neonata però non le avrebbero dato il nome. Ora, come per Enea, sarà l’ospedale a prendersi momentaneamente cura della piccola. Aggiunge il dottor Zuccotti:
Succede raramente che un neonato non venga riconosciuto dai genitori, forse un paio di casi all’anno. Per ora siamo in questo range.
Inoltre i genitori avrebbero dieci giorni di tempo per tornare sui loro passi. Poi sulle condizioni della piccola ha così spiegato Zuccotti:
Era un po’ fredda per via delle condizioni in cui è avvenuto il parto, e quando è arrivata nella struttura sanitaria aveva solo un’ora di vita.
La neonata è stata messa in una termoculla per stabilizzare la temperatura corporea, ma tutti i suoi parametri risultano buoni. I medici ora se ne prenderanno cura e la sottoporranno agli accertamenti di routine.
Il caso Enea, la storia del neonato abbandonato a Pasqua
Solo qualche giorno fa si è verificato quello che è stato ribattezzato il caso Enea. Il piccolo è stato lasciato il giorno di Pasqua nella Culla per la vita del Policlinico di Milano, attiva dal 2007. Accanto al neonato è stata posta una lettera firmata dalla madre, in cui racconta come il bimbo sia super sano e che tutti gli esami fatti in ospedale siano risultati ok. Questo gesto però è stato letto come una richiesta tacita d’aiuto da parte della donna e tutta la vicenda ha sollevato una vera e propria bufera mediatica.
Ognuno ha sentito il diritto di dire la sua, e pur rispettando l’anonimato della donna di fatto ciò non è accaduto, mettendo in piazza la sua storia, fino all’accorato appello di Ezio Greggio, il quale ergendosi a paladino della giustizia, non ha fatto altro che peggiorare la situazione.
Da una parte i genitori adottivi d’Italia si sono sentiti toccati, dall’altra la stessa madre di Enea può non aver gradito le esternazioni del presentatore, il quale la invitava a ripensare al suo gesto offrendole il suo aiuto.
Caso Enea: il chiarimento di Ezio Greggio dopo la bufera social
Greggio, tramite un posto social, ha poi chiarito la sua posizione:
Nessuna polemica verso verso le fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e che garantiscono loro amore e futuro come se fossero i veri genitori, anzi talvolta pure meglio.
Il mio appello non era volto a far ripensare alla scelta di una madre che non voleva il proprio figlio, ma a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che la aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta e tenere il proprio bambino.
Il conduttore di Striscia ha però ribadito anche il suo messaggio:
Ribadisco con forza, affetto e convinzione l’appello mio e del prof. Fabio Mosca: mamma di Enea se ami il tuo bimbo e il tuo desiderio è tenere il tuo bimbo siamo in tanti pronti ad aiutarti, sei ancora in tempo a ripensarci.
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