Agnese Rapposelli è la protagonista di una delle tante vicende di malauniversità che accadono in Italia e che generalmente restano nell’ombra. Questa volta però la tenacia di questa giovane abruzzese, gentile ma soprattutto forte, ha scoperchiato il sistema scorretto dei concorsi dell’Università Chieti-Pescara, tanto da provocare le indagini addirittura di due Procure contemporaneamente.
Ad accendere un faro sulla storia di Agnese Rapposelli, il longform sui concorsi truccati di Repubblica ha dato ulteriore spinta alla ricercatrice universitaria ad andare avanti nella sua battaglia, che a quel punto da personale è diventata di tutte le vittime della malauniversità, un simbolo per il cambiamento. La abbiamo intervistata e ci ha raccontato la sua tortuosa vicenda e le forti emozioni che la hanno accompagnata.
La storia di Agnese Rapposelli
Agnese Rapposelli appare una persona solare e sorridente, molto simpatica e comunicativa. La conversazione è subito vivace e semplice, senza fronzoli. Via via che racconta la sua storia però impressionano la sua forza e la sua tenacia, una tenacia da monaco certosino.
Si è laureata molto presto e molto presto è diventata mamma. La sua carriera universitaria è cominciata proprio all’Università “G. D’Annunzio Chieti-Pescara” con la laurea in Economia e Commercio e subito dopo con il Dottorato in Statistica a soli 26 anni. La sua vocazione universitaria a quel punto ha dettato la sua scelta di continuare come ricercatrice. Agnese Rapposelli ha cominciato così a produrre dei lavori scientifici con varie borse di studio e assegni di ricerca sempre per l’Università di Chieti-Pescara, poi pubblicati su varie riviste internazionali. Agnese ha ricordato quel periodo:
È qui che comincia il calvario di una brillante ricercatrice sicura delle proprie capacità, un cervello che ha deciso di non fuggire e di intraprendere la carriera universitaria nel suo paese. Tutto l’anticipo guadagnato durante i veloci anni di studio Agnese Rapposelli lo ha perso scontrandosi con il muro di commissioni che ad ogni concorso la destinavano ad arrivare seconda, sempre e inesorabilmente seconda.
È iniziato così il ping pong di concorsi e ricorsi al TAR che Agnese ha fatto in modo indefesso e che ha portato la Procura di Pescara e la Procura di Chieti ad andare a fondo della questione.
Le motivazioni delle indagini in corso
Ad insospettire i giudici è stato in particolare l’ultimo concorso sostenuto da Agnese Rapposelli per la prima volta nel 2018, una prova che la ricercatrice ha dovuto ripetere per ben 3 volte dopo che il TAR le dava sempre ragione. Si tratta del Concorso di Statistica Economica di tipo B con in palio un posto ambitissimo: ricercatore per tre anni ma potenzialmente a tempo indeterminato se si è in possesso dell’Abilitazione scientifica nazionale (che la studiosa ha dal 2017) e se si è valutati positivamente a fine incarico. Agnese ha spiegato:
I peccati dell’università Chieti-Pescara
Di fatto, ciò che aveva spinto i giudici a coinvolgere la procura era il fatto che alla espressa richiesta del TAR di rifare il concorso con una commissione differente è seguito un anno e mezzo di blocco perché non si riusciva a comporre una nuova commissione. Perché? Agnese Rapposelli ha raccontato:
Tirando le somme, questa la trafila di storture della malauniversità:
- Irregolarità nei criteri di valutazione;
- irregolarità nella nomina dei commissari;
- inottemperanza sia da parte dell’Università, che per un anno e mezzo non aveva formato la nuova commissione richiesta dalla sentenza, che da parte dei professori che declinavano la chiamata a farne parte (ben 38 su 43!);
- danno erariale in quanto le spese legali di tutta questa faccenda sono a carico dell’università, dunque dei contribuenti.
A tutto questo, si è aggiunta la testimonianza di un video, pubblicato da Repubblica, in cui un professore di Chieti-Perscara insiste nel “far ragionare” Agnese mentre le fa proposte alternative. La ricercatrice però su questo non si sbottona, le indagini in corso non lo permettono.
La vittoria parziale di Agnese Rapposelli
Pochi giorni fa la vicenda è arrivata ad una conclusione parziale. Infatti, sebbene ancora non fosse arrivata la sentenza dell’ennesimo ricorso, Agnese Rapposelli ha ottenuto l’incarico. Il posto però è diventato suo per “slittamento”, perché il primo classificato si è ritirato, probabilmente per aver vinto un concorso altrove.
Resta la giustizia ancora da fare nelle aule dei tribunali e l’amaro di anni spesi a combattere contro la malauniversità recidiva ma con la speranza che le due procure che stanno indagando vadano fino in fondo. Agnese ha raccontato cosa la ha spinta nella sua battaglia:
Agnese risponde all’accusa di essere una ricorrente seriale
Se Agnese Rapposelli è riuscita a fare e vincere tanti ricorsi al TAR lo deve non solo alla sua tenacia e determinazione ma anche alla sua preparazione. Le sono venuti in soccorso gli esami di Diritto fatti per la laurea in Economia e Commercio. Questo mix vincente di qualità e di competenze però è oggettivamente raro. Ci si chiede quante altre situazioni simili di malauniversità passino in sordina perché le vittime sono sprovvedute e costrette a rassegnarsi.
Qualche provocatore le ha dato l’appellativo “ricorrente seriale”, Agnese risponde così:
I consigli di Agnese Rapposelli a chi è vittima di malauniversità
Agnese Rapposelli è stata molto sostenuta, l’opinione pubblica è dalla sua parte. Continua a ricevere moltissimi messaggi di incoraggiamento sia sui social, sia via mail. Questo dimostra che il suo messaggio è passato e che la frustrazione per le ingiustizie all’interno delle università è alta.
Per concludere, le abbiamo chiesto quali sono i suoi consigli alle vittime di malauniversità, la sua risposta:
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