venerdì, 17 Gennaio 2025
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Congedo parentale 2025, il terzo mese spetterà ai papà per consentire alle mamme di tornare a lavoro

La Legge di Bilancio del 2025 prevede l'aumento dell'indennità per il congedo parentale dal 30% all'80%. L'obiettivo è rendere l'opzione esclusiva per gli uomini, in modo da permettere alle neo mamme di tornare a lavorare.

Uno dei punti previsti dalla Legge di Bilancio del 2025 è l’aumento dell’indennità circa il congedo parentale dall’attuale 30% all’80%. Inoltre, l’opzione di un terzo mese di congedo verrà, probabilmente, riservata agli uomini, così da consentire alle mamme dei neonati di poter ritornare sul luogo di lavoro. Il direttore centrale Studi e Ricerche dell’Inps, Gianfranco Santoro, ha commentato così l’idea: “Se il fine del congedo parentale è quello di favorire l’occupazione femminile lo si riservi al padre“.

Si ricorda che il periodo massimo di congedo parentale può arrivare fino ai dieci mesi. Alla madre lavoratrice spettano fino a sei mesi, continuativi o frazionati, una volta terminato il periodo di maternità obbligatoria, mentre al padre lavoratore sono destinati fino a sei mesi a partire dalla nascita del figlio, che possono diventare sette se l’astensione si protrae per almeno tre mesi continuativi o frazionati. Nel caso in cui il figlio sia stato affidato in via esclusiva a un solo genitore, quest’ultimo potrà avere un mese in più di congedo, per un totale di undici.

Le modifiche del congedo parentale nel 2025

A partire dal prossimo anno, con il disegno di Legge di Bilancio del 2025, ai neo genitori spetterà un mese agevolato in più di congedo parentale, per un totale di tre, che verrà pagato all’80%. Il sussidio potrà essere richiesto entro i sei anni di vita del bambino o della bambina. La legislazione vigente prevede già un aumento dell’indennità dei soli due mesi di congedo parentale all’80%. Quindi, anche i dipendenti che hanno cessato il congedo di maternità o paternità a partire dall’1 gennaio 2024 otterranno una retribuzione di tre mesi pari all’80%.

L’idea del Governo è di intervenire sul gap tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile, che attualmente vede il 53% di lavoratori e il 47% di lavoratrici, in modo da attutirlo. Alla luce di ciò, l’Inps ha consigliato di:

Riservare il terzo mese di congedo parentale ai padri al fine di non lasciare le donne troppo lontane dal mercato del lavoro, favorendone un loro rientro, senza pregiudicarne lo sviluppo professionale e economico.

Nello specifico, il direttore centrale Studi e Ricerche dell’Inps, Gianfranco Santoro, ha affermato:

Sommare tre mesi di congedo parentale ai cinque mesi di congedo obbligatorio significa allontanare le madri dal mondo del lavoro.

A volte non si tratta neanche di discriminazione.

Le aziende fanno scelte organizzative, e preferiscono affidare ruoli di responsabilità a chi è presente.

Tra l’altro così il costo sul bilancio dello Stato sarà anche inferiore, perché ci saranno meno richieste: il 35% dei padri non richiede neanche i dieci giorni obbligatori previsti dalla legge.

Secondo le stime dell’Inps, infatti, dopo la nascita di un figlio è più probabile che una donna lasci il posto di lavoro, arrivando a rappresentare il 18% dei casi. I padri, invece, tendono a compiere la scelta opposta, come dimostrato da un calo dal 9% all’8% di uomini che vanno via dal lavoro dopo la nascita di un bambino. L’Inps definisce il fenomeno child penality e con le modifiche presentate il tasso di occupazione femminile aumenterebbe del 6,5% entro il 2040.

Leggi anche: Congedo parentale per i papà: le strategie adottate dalle aziende come Barilla e Carrefour

Come funzionerà il congedo parentale nel 2025?

Riportando un prospetto di quella che sarà la situazione per i neo genitori nel 2025, questi potranno beneficiare:

  • di tre mesi di congedo parentale retribuito all’80%
  • delle restanti mensilità retribuite al 30%

La maggiorazione dell’indennità potrà essere richiesta sia dal padre che dalla madre entro i sei anni di vita del bambino o della bambina. La stessa situazione varrà anche nei casi di adozione, considerando il momento di entrata in famiglia del figlio o della figlia. Inoltre, a poter beneficiare di tutti e tre i mesi indennizzati all’80% saranno i genitori che terminano il periodo di congedo obbligatorio dall’1 gennaio in poi. Chi lo ha terminato dopo il 31 dicembre 2023 avrà diritto a due mesi all’80%. Per la conferma dell’applicazione di tali novità si attendono la conclusione dell’iter parlamentare e la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.

Leggi anche: Bonus mamme lavoratrici: come funziona, quando arriva e quanto si riceve di più in busta paga

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