Il premier Giuseppe Conte è intervenuto ieri sera all’evento ‘La piazza’ organizzato dal direttore del quotidiano Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, a Ceglie Messapica, Brindisi. Nel colloquio pubblico, durato oltre un’ora e mezzo, il presidente del Consiglio ha risposto a domande su diversi argomenti sensibili al Paese, dalla gestione della pandemia ai verbali Cts, dai progetti per il ponte sullo Stretto di Messina al 5G. E sulla politica ha detto:
Il mio orizzonte è di fine legislatura, il programma è di riforma del Paese e questo è il mio unico orizzonte temporale. A precisa domanda ho detto tempo fa di non essere disinteressato alla politica e hanno scritto che voglio fare un partito, ma lo escludo. Non sono interessato a fare un partito.
Conte: “Al Sud prima l’alta velocità”
In merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, il premier è stato chiaro. Ha detto:
Non posso dire che faremo il ponte sullo Stretto, non ci sono i presupposti. Dobbiamo prima realizzare l’alta velocità di rete in tutta la Calabria e poi in Sicilia e dobbiamo porci il problema di questo collegamento.
Sullo Stretto dobbiamo pensare, quando si riveleranno le condizioni, a un capolavoro di ingegneria. Ne abbiamo realizzato uno a Genova. È un ponte bellissimo. Sullo Stretto dobbiamo pensare a una struttura ecosostenibile, leggera, che tuteli l’ambiente, magari anche sottomarina.
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Banda larga prima del 5G
Il premier Conte ha risposto anche a una domanda sul 5G, affermando la necessità di portare la banda larga in tutto il Paese prima di valutare una qualsiasi risposta sul 5G alla Cina. A tal proposito ha detto:
Questo è uno dei dossier a cui mi sono dedicato con molta attenzione nelle ultime settimane e troverà spazio nel piano di rilancio. Siamo convinti che non abbia funzionato finora perché occorre una rete unica. Vogliamo coinvolgere tutti gli operatori in un progetto unico e non possiamo più attendere. Confido che le trattative di queste settimane si traducano entro la fine di questo mese nella definizione molto chiara di questo percorso.
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Sulla gestione della pandemia
Durante l’intervista il presidente Conte ha affrontato anche il tema pandemia e la sua gestione. Alla domanda “cosa non rifarebbe?” ha risposto:
Non saprei dire una cosa in particolare. Le decisioni le abbiamo sempre prese con grande ponderazione e responsabilità, avendo alla base le valutazioni di tutti gli esperti, con grande condivisione di tutti i ministri e dei rappresentanti degli enti locali.
E parlando del lockdown nazionale, Conte si dice orgoglioso di aver messo in sicurezza anche il sud Italia, dopo che in molti si erano spostati dal Nord per tornare a casa. Continua:
Il bilancio personale preferisco farlo alla fine, vorrei aspettare di uscire dalla pandemia e poi trarre le conclusioni. Il bilancio sull’Italia però lo stanno facendo anche all’estero, su diversi quotidiani, e mi sembra che sia un bilancio positivo. Si analizza il modello italiano e lo si propone, e questo è motivo di grande orgoglio. Il rispetto delle regole ci è costato molto, ma se possiamo essere additati come modello per altri Paesi è merito di tutti voi.
Conte sui verbali Cts: “Nulla da nascondere”
Il premier ha parlato anche dei verbali del Cts sul coronavirus resi noti alcuni giorni fa e pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi. Ha detto:
Si sono scritte e dette cose inesatte. Chiariamo bene: era in corso un processo decisionale così delicato che rivendico che quei verbali restassero riservati. Ma non significa secretati, non ho mai posto un segreto di Stato. E vi annuncio che sono il primo che consentirà la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere.
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