Conte decade da leader del M5S.
La situazione era già al limite nel M5S. E oggi a coronare i duri scontri tra Conte e Di Maio ci ha pensato un nuovo terremoto, ancor più forte di quelli dei giorni scorsi. I giudici hanno stracciato le modifiche allo statuto del Movimento che avevano permesso a Giuseppe Conte di diventare Presidente.
Il giudice della settima sezione civile del Tribunale di Napoli, Gian Piero Scoppa, ha sospeso le due delibere del 3 e 5 agosto e adesso la leadership di Conte è “congelata” fino a sentenza definitiva. I provvedimenti in questione sono stati resi inefficaci in via cautelare per la sussistenza di “gravi vizi nel processo decisionale”.
Nello specifico, si contesta l’esclusione dal voto di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum, per un totale di 81.839 persone iscritte da meno di sei mesi e quindi non ammesse alla votazione. Un’eventualità non certo nuova, ma permessa e legittimata solo con regolamento del comitato di garanzia e su proposta del comitato direttivo (mai stato eletto).
Ecco perché per il giudice non è valida l’eslusione degli iscritti da meno di 6 mesi
Perché l’esclusione di quegli 81.839 iscritti non sarebbe valida? Lo ha spiegato il Tribunale di Napoli: “Ha determinato l’alterazione del quorum assembleare nella deliberazione di modifica del proprio statuto. Tale delibera infatti risulta adottata sulla base di un’assemblea formata da soli 113.894 iscritti (quelli da più di sei mesi) in luogo dei 195.387 associati iscritti a quella data; con l’illegittima esclusione di 81.839 iscritti all’ente dal quorum costitutivo e deliberativo, maggiore dei soli 60.940 associati che hanno partecipato all’assemblea, la cui delibera è stata poi approvata dall’87% di questi”.
Quindi, scrive il giudice, “appare chiaro che l’assemblea non era correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione”.
Il giudice riconosce che “poteva essere introdotta una restrizione alla partecipazione alle assemblee rispetto agli iscritti da meno di 6 mesi, ma con regolamento adottato dal comitato di garanzia, su proposta del comitato direttivo”. Il Movimento però, non ha mai eletto un comitato direttivo perché, dopo averne votato l’istituzione, è subito iniziata la rifondazione di Giuseppe Conte e si è rimandata qualsiasi decisione in proposito.
Conte decade da leader del M5S: il ricorso di alcuni attivisti napoletani
Conte decade da leader del M5S. Il ricorso che ha portato oggi alla decisione del giudice era stato promosso lo scorso settembre da un gruppo di attivisti napoletani, difesi dall’avvocato Lorenzo Borrè, a cui si sono aggiunti poi decine di iscritti nel resto d’Italia. “Oggi è stato ripristinato il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell’adozione delle scelte fondamentali del nostro Movimento. Chi ha sbagliato deve farsi da parte”.
Si attende la replica ufficiale del M5S. Cosa succederà adesso? Secondo l’avvocato Lorenzo Borrè lo scenario è piuttosto chiaro:
L’unica cosa che possono fare ora la può fare Beppe Grillo: indire le votazioni del comitato direttivo del M5s, come fece lo scorso 29 giugno. E ripartire da lì. Solo dopo aver votato il nuovo comitato direttivo, si possono eleggere i nuovi membri del comitato di garanzia, i probiviri, ecc.. Qualsiasi altra decisione può essere facilmente impugnata.
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