mercoledì, 29 Gennaio 2025
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Delitto Cogne, cosa fa oggi Annamaria Franzoni 20 anni dopo la morte del figlio Samuele

Annamaria Franzoni, dopo 11 anni di carcere per la morte del figlio Samuele, oggi è tornata a vivere nel paese in cui è nata, con il marito e i due suoi figli.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Annamaria Franzoni, oggi 51enne, è tornata in libertà nel febbraio 2019, dopo 11 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi.

La donna è tornata a vivere nel paese in cui è nata, Monteacuto Vallese, una frazione di seicento abitanti del comune di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna, dove gestisce un agriturismo di famiglia.

Annamaria non appare più in tv e non rilascia interviste, scegliendo di vivere una vita lontano dai riflettori. Un mese fa pare che abbia deciso con il marito Stefano Lorenzi di trascorrere le vacanze di Natale e Capodanno proprio nella villetta di Cogne, dove morì il piccolo Samuele.

Annamaria Franzoni, una nuova vita lontano dai riflettori

annamaria franzoni

Sono trascorsi venti anni dal giorno in cui Annamaria Franzoni, alle 8.28 del 30 gennaio 2002, telefonò al 118 chiedendo aiuto per il figlio Samuele che “vomitava sangue” nel proprio letto. Da allora la donna ha iniziato una nuova vita, tornando nel paese in cui è nata 51 anni fa.

Dopo 16 anni di carcere, che avrebbe dovuto scontare per l’omicidio del figlio, ridotti poi a 11 per buona condotta, la Franzoni vive con il marito Stefano Lorenzi, il quale non l’ha mai abbandonata in questi anni.

Davide, il primo figlio della coppia, oggi ha 27 anni mentre Gioele, terzogenito nato dopo la morte di Samuele, ha 19 anni. Samuele se fosse ancora vivo oggi avrebbe 24 anni.

Annamaria Franzoni e il carcere

Annamaria Franzoni fu condannata nel 2004, in primo grado con rito abbreviato, a 30 anni di carcere per la morte del figlio. Nel 2007 la Corte d’Assise d’appello di Torino ridusse la pena a 16 anni, la cui sentenza fu confermata anche dalla Cassazione.

Dopo sei anni di reclusione è stata trasferita ai domiciliari perché, in seguito ad una perizia psichiatrica, si ritenne che non ci fosse il rischio di recidiva e dopo cinque anni è stata scarcerata in modo definitivo.

Leggi anche: Amsterdam, morto ingegnere italiano. La polizia: “Segni di violenza e molti punti oscuri”

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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