Bruce Willis si è ritirato dalle scene lo scorso marzo, quando la sua famiglia ha annunciato una diagnosi di afasia, tale da impedire all’attore di leggere i copioni e memorizzarli. Oggi la diagnosi è cambiata. Si legge nel comunicato, pubblicato dall’intera famiglia, composta dalla moglie Emma Heming, dalla quale ha due figlie, e dalla ex Demi Moore e le loro tre figlie, sul sito ufficiale della Association for Frontotemporal Degeneration:
Da quando abbiamo annunciato la diagnosi di afasia nella primavera 2022, le condizioni di Bruce sono progredite e ora abbiamo una diagnosi più specifica: demenza frontotemporale (conosciuta anche come FTD).
Sfortunatamente i problemi di comunicazione sono solo uno dei tanti sintomi della malattia che Bruce deve affrontare. Pur nel dolore, è un sollievo finalmente avere una diagnosi chiara.
Demenza frontotemporale: le cause, i sintomi e le cure

La demenza frontotemporale, nota come demenza presenile, è diagnosticata intorno ai 50-60 anni e si contrappone alla demenza vascolare che colpisce i soggetti età avanzata. È una malattia neurodegenerativa dell’encefalo, che insorge a causa di un progressivo deterioramento dei neuroni situati nei lobi frontali e temporali del cervello. Si tratta di tutte quelle aree cerebrali che controllano il linguaggio, la capacità di pensiero, il comportamento e parte del movimento. Di conseguenza la loro degenerazione comporta alterazioni nei suddetti ambiti.
Attualmente non si conosce la causa esatta della demenza frontotemporale, anche se diverse organizzazioni mediche affermano che esistono mutazioni genetiche collegate al disturbo e non esiste un fattore di rischio noto per lo sviluppo della malattia.
Tra i sintomi di questa patologia ci sono disturbi dell’umore e della personalità, perdita di memoria, difficoltà nella parola e deficit motorii. Attualmente non ci sono cure per questa patologia ma l’obiettivo della famiglia Willis è quello di sensibilizzare sul tema affinché si sostenga la ricerca. Con alcuni opportuni trattamenti è possibile solo rallentarne la progressione alleviandone la sintomatologia.
Leggi anche: Giovanni Allevi: “Come sto? Ho fratture ossee per il mieloma ma resisto al dolore”