giovedì, 6 Marzo 2025
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Elena Cecchettin senza Giulia: “La penso sempre, era la mia quotidianità”

Elena Cecchettin ha raccontato la sua vita dopo la morte di Giulia. La mancanza della sorella è costante ma l'impegno, ora, è quello di decostruire la mentalità patriarcale e di combattere la violenza di genere.

In una recente intervista sul settimanale Grazia, Elena Cecchettin ha raccontato come è cambiata la sua vita da quando non c’è più sua sorella Giulia e da quando entrambe sono diventate icone femministe, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.

Quel “Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto” oppure “È stato il vostro bravo ragazzo” riecheggiano nelle piazze ogni volta che si tiene una manifestazione in difesa dei diritti femminili. La toccante intervista di Elena mostra un lato dei femminicidi che non spesso viene messo in luce, quello di chi resta.

Elena Cecchettin ricorda sua sorella Giulia

La differenza di età tra Elena Cecchettin e sua sorella Giulia era di soli 22 mesi, motivo per cui entrambe sono cresciute insieme, quasi in simbiosi. Dall’asilo ai pomeriggi passati a giocare, la condivisione di momenti importanti ha sempre fatto da sfondo alla vita delle due sorelle. Nel tempo il legame è cambiato, ma non si è mai affievolito. Da quando Giulia è stata uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, come la stessa Elena Cecchettin ha raccontato a Grazia: “Nella mia vita c’è stato uno strappo enorme“.

Il ricordo della sorella, più piccola di lei, il che rende ancora più difficile il pensare che sia andata via così presto, è sempre presente nella mente di Elena: Una parte di me ci pensa sempre, ma se continuo a pensarci continuamente non riesco ad andare avanti. Dovrò smetterla, ma temo di mancarle di rispetto, non pensando più a lei ogni momento. Cecchettin sa che la sorella avrebbe voluto che non rimanesse radicata nel lutto ma continuare la propria vita senza una persona che ha rappresentato a lungo la propria quotidianità non è facile.

Leggi anche: Elena Cecchettin al Salone del Libro: “Diciamo basta al patriarcato che ci vuole zitte e ubbidienti”

La vecchia quotidianità

Elena vive da anni a Vienna, dove frequenta la facoltà di Microbiologia. La distanza non è mai stata un problema per le due sorelle, che hanno continuato a messaggiarsi e telefonarsi nonostante i chilometri tra loro. È questo uno degli aspetti che manca di più a Cecchettin, la quotidianità di poter raccontare un qualsiasi aneddoto a Giulia. Sa che sarà difficile ricominciare e trovare un equilibrio in questa nuova vita ma i passi compiuti da Elena fino a ora dimostrano un profondo senso di riscatto.

Dopo tutto ciò che è avvenuto nel 2023, Elena non si è mai arresa: ha continuato a frequentare l’università, trovando le forze in un modo per lei ancora inspiegabile. Forse, ad averla aiutata è stato parlare con persone esperte di femminicidi, che hanno analizzato il profilo psicologico di Turetta e hanno rassicurato sul fatto che non si potesse fare nulla per cambiare il corso della storia. Questo ha portato Elena a dover accettare come le cose sono andate.

Leggi anche: Giulia Cecchettin, la lettera della sorella Elena: “Il femminicidio è un delitto di potere”

Il rapporto con Giulia e la madre

Nel 2022 Elena Cecchettin ha perso la madre, a causa di un tumore, mentre l’anno seguente sua sorella Giulia è stata uccisa. L’impatto che i due lutti, così ravvicinati, hanno avuto sulla sua vita è stato ingente. In particolare, a Grazia, Elena racconta che a mancarle più di ogni altra cosa è la sorellanza che si era creata tra le due donne, in numero maggiore in famiglia e presenti nella sua vita fin dalla nascita. Elena, Giulia e la loro mamma erano solite passare molto tempo insieme e confidarsi:

Avevamo questa sorellanza anche con la mia mamma: quando c’erano questioni che gli uomini non potevano capire, ne parlavamo tra noi, uscivamo insieme, ci piaceva fare tante cose insieme.

L’accettazione del lutto

L’aver perso una sorella per volontà di una terza persona rende l’elaborazione del lutto ancora più complessa. Questo è quello che sta accadendo a Elena Cecchettin, che al settimanale Grazia ha dichiarato che avrebbe preferito essere tenuta lontana da Giulia, piuttosto che saperla vittima di una mano crudele:

La cosa che fa più male è sapere che stava bene, era giovane, aveva tutta la vita davanti ed è stata privata della possibilità di vivere, dei suoi sogni, della sua famiglia, delle sue amicizie.

Ha perso tutto per colpa di qualcun altro e non è giusto.

Sopporterei qualsiasi tipo di dolore pur di cambiare la situazione.

Accetterei che lei non fosse più parte della mia vita, non vederla mai più, non sentirla mai più pur di sapere che è viva e fa quello che vuole fare.

Invece sono impotente.

Quindi non è facile da accettare, non tanto per la morte in sé, ma per il tipo di morte.

L’impegno dopo Giulia

Il caso di Giulia Cecchettin è diventato simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Ciò che sostiene Elena a riguardo è che quanto accaduto alla sorella rappresenta uno dei tanti episodi di femminicidio. Proprio per questo, è necessario un urgente intervento delle istituzioni che blocchi questo brutale fenomeno. Uno dei nodi principali che andrebbe sciolto è il pensare che un uomo all’apparenza innocuo non possa essere capace di gesti simili:

Molto spesso la violenza viene sottovalutata, non si pensa che il violento possa essere chiunque, anche il bravo ragazzo.

In ambito istituzionale c’è una grande lacuna, che andrebbe colmata al più presto, su che cosa sia la violenza di genere.

Ma che ci siano uomini violenti con le dinamiche e i contesti in cui è morta Giulia già lo sapevo.

Non mi aspettavo che capitasse così vicino a me, però non sono io quella che dovrebbe imparare da questo avvenimento, ma altri con altri ruoli.

Un aspetto che Elena tende a sottolineare è quanto gli uomini abbiano dei privilegi rispetto alle donne:

Da noi si pretende comunque di accettare e comprendere.

Mentre se a un uomo mancano di rispetto, nessuno fa una piega quando reagisce.

Gli uomini devono capire che hanno un privilegio.

Tutti, anche chi si batte contro la violenza di genere, anche mio padre e mio fratello.

Il privilegio non ti rende malvagio, ma devi imparare a usarlo per lottare per chi non ce l’ha.

Quando lo si capisce è l’inizio del cambiamento ed è per questo che gli uomini hanno un ruolo fondamentale nella decostruzione di questa società patriarcale.

Ed è difficile, perché è difficile rinunciare al proprio vantaggio che non ti sei guadagnato in alcun modo, non hai fatto nulla per meritartelo, ma hai solo perché nasci maschio.

Icona femminista

Dopo la morte di Giulia, Elena Cecchettin è diventata un’icona femminista, che ha fatto risuonare le piazze con gli slogan “Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto” oppure “È stato il vostro bravo ragazzo“. L’impegno nel femminismo, ambiente in cui Elena è cresciuta, è stato reazionario a quanto successo alla sorella:

La narrazione del femminicidio in Italia è sbagliata e non volevo che mia sorella diventasse l’ennesimo caso di cronaca che crea scalpore, poi va nel dimenticatoio perché non si capiscono veramente le ragioni.

In Italia si segue molto la cultura della rieducazione che, a detta di Cecchetin, non sempre ottiene ottimi risultati. È necessario che ci sia una sinergia tra il comportamento che viene insegnato a scuola, o in qualsiasi altro ambiente educativo, e quello che traspare dalla famiglia. A Grazia Elena dichiara: “Penso che reprimendo con la forza non si possa arrivare a un cambiamento della società“.

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