Elisabetta Belloni è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di capo dell’intelligence italiana. Il 15 gennaio 2025 scadrà il suo mandato, per volontà della stessa, la quale ha dato le dimissioni nei giorni scorsi. Nonostante l’interruzione anticipata dell’incarico, che fa sorgere qualche domanda, il lavoro svolto dall’ambasciatrice dal 2021 nei sevizi segreti ha determinato importanti risvolti nella politica italiana.
Vediamo insieme, dunque, chi è Elisabetta Belloni, la vita e la carriera che l’hanno portata a essere un’apripista nel mondo dell’intelligence femminile in Italia.
La vita e gli inizi della carriera di Elisabetta Belloni
Elisabetta Belloni è nata l’1 settembre 1958 a Roma, dove ha frequentato l’istituto dei gesuiti Massimiliano Massimo. Nel 1982 ha conseguito la laurea, con lode, in Scienze Politiche alla Luiss e tre anni più tardi ha intrapreso la propria carriera diplomatica. Nel 1985, infatti, ha lavorato presso la Direzione generale degli affari politici del Ministero degli Esteri, per poi svolgere mansioni nelle ambasciate di Vienna e Bratislava.
Dopo il rientro a Roma, nel 2002, sotto il governo Berlusconi, Elisabetta Belloni diviene capo della segreteria di Roberto Antonione, sottosegretario di Stato agli Esteri. In questo periodo conquista la fiducia dell’allora Ministro Franco Frattini, il quale la nomina, nel 2004, a capo dell’unità di Crisi. Quest’ultima è una struttura del Ministero degli Affari Esteri che offre sostegno ai cittadini italiani, i quali si trovano in situazioni di difficoltà al di fuori del territorio nazionale.
È sotto il governo Renzi, nel 2015, però, che Belloni viene nominata ambasciatrice e ricopre il ruolo di capo di gabinetto del Ministero Gentiloni. L’anno successivo, invece, è la prima donna in Italia a ottenere il prestigioso incarico di Segretario generale della Farnesina, carriera interrotta solo con l’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Draghi, nel 2021.
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La nomina a capo dell’intelligence italiana
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Nel 2021, Elisabetta Belloni viene eletta capo del Dis, il Dipartimento che coordina i due Servizi segreti italiani, l’Aise e l’Aisi. L’anno seguente, in occasione del termine del mandato di Sergio Mattarella, alcuni colleghi politici dell’ambasciatrice sognano di vederla al Quirinale in qualità di Presidente della Repubblica, come per esempio Luigi Di Maio, con il quale Belloni è legata da una profonda amicizia. Nonostante ciò, le trattative per vedere una Presidente donna in Italia saltano.
In ogni caso, con la salita al potere di Giorgia Meloni, il capo dell’intelligence può contare su ottimi rapporti con la premier, che le propone l’incarico di consigliere personale a Palazzo Chigi. Seppure anche questa nomina sia saltata, nel 2023 Elisabetta Belloni si occupa dell’organizzazione della presidenza italiana del G7. Nel frattempo, continua il suo ruolo di capo dei servizi segreti. Stando alle voci che circolano, l’ambasciatrice, dopo le dimissioni, sembrerebbe in lista per la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai Servizi.
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Le dimissioni di Elisabetta Belloni da capo dell’intelligence
Il prossimo 15 gennaio, Elisabetta Belloni terminerà il proprio incarico di capo dei servizi segreti italiani. La decisione di lasciare la dirigenza dell’intelligence quattro mesi prima della scadenza del mandato ha fatto circolare una serie di voci. Si è parlato, infatti, di un’interruzione dei rapporti con Giorgia Meloni, ma anche di una conseguenza dopo l’arresto di Cecilia Sala in Iran. In un’intervista al Corriere della Sera, dunque, l’ambasciatrice ha deciso di chiarire la situazione, affermando:
Il tritacarne in cui sono finita in questi giorni mi impone di chiarire quanto è successo e soprattutto di sgomberare il campo da illazioni che fanno male non tanto a me quanto al Paese, soprattutto in un momento così delicato.
A maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare.
Ho capito che anche con il nuovo anno sarei tornata sulla graticola.
E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano.
È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni.
Per quanto riguarda il caso Sala, invece, Belloni ha risposto a tutti coloro che l’avevano accusata di non essersi interessata abbastanza all’arresto della giornalista in Iran, dichiarando:
Io sono ancora in carica e non vengo certamente meno ai miei doveri.
Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o addirittura che va via lasciandosi macerie alle spalle.
Infine, sulla possibilità di ricevere un incarico nello staff della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’ambasciatrice ha affermato: “Sarebbe un onore ma anche su questo voglio essere chiara nel dire che non c’è nulla di deciso. Al mio futuro comincerò a pensare il 16 gennaio“.