Oggi 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità e per l’occasione la redazione de ildigitale.it ha intervistato Emanuel Cosmin Stoica, impegnato sui social nella normalizzazione della vita dei soggetti disabili. Il venticinquenne, infatti, sui suoi canali mostra la propria quotidianità, non dimenticando mai di sottolineare, con l’ironia e l’autoironia che lo contraddistinguono, i punti su cui lo Stato cade in tema di disabilità.
La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite, per promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili, ponendo particolare attenzione sugli aspetti che riguardano la vita politica, sociale, economica e culturale. Nella nostra intervista a Emanuel Cosmin Stoica abbiamo cercato di mostrare come la disabilità non sia un ostacolo nella vita, piuttosto una condizione che esiste e che non deve portare a pietismo o compassione.
Leggi anche: Emanuel Cosmin Stoica contro Poste Italiane: “C’è un gradino, come entrano i disabili?”
L’intervista a Emanuel Cosmin Stoica
L’intervista con Emanuel Cosmin Stoica è stato un interessante spunto per riflettere sul tema della disabilità, in un’ottica lontana da quella retorica spesso adottata. Tra i temi trattati, abbiamo affrontato l’utilizzo dei social network in quanto strumento di diffusione di determinati concetti, con l’intento di normalizzare, e di denuncia di alcuni ostacoli che la società pone alle persone disabili. Ecco la nostra intervista.
Visto il tuo impegno sui social, credi che questi siano dei mezzi attraverso cui sensibilizzare alla disabilità?
I social, se utilizzati bene, sono dei mezzi attraverso cui si può, più che sensibilizzare, normalizzare una delle tante diversità che abbiamo all’interno della nostra società. Spesso, infatti, appaiono soggetti che mostrano la loro vita di tutti i giorni ma questo è quello che fan tutti, non solo chi ha una disabilità. Questo serve, serve che anche le persone con disabilità mostrino la loro vita di tutti i giorni, serve mostrare se stessi e mostrare che siamo tutti diversi, anche tra persone con disabilità. E in questo i social servono, perché si riesce a raggiungere un ampio pubblico, varie persone, e si riesce a trasmettere un messaggio sulla diversità e a includere tutti, anche le persone con disabilità.
Da ciò che fai vedere sui social traspare una personalità ironica e autoironica. Qual è il ruolo dell’ironia nella tua vita?
È molto semplice, è nel mio carattere essere ironico, autoironico, sdrammatizzare, scherzare. Sono sempre stato così con gli amici, nella mia quotidianità. A volte riuscire a sdrammatizzare fa sentire meno il peso di determinate questioni e poi, anche la disabilità stessa la si vive in maniera più leggera, migliore. È una delle mie caratteristiche, fa parte di me ma non è legata alla disabilità.
Quindi per te la disabilità non dovrebbe essere vista come un peso?
Secondo me la disabilità non è un peso, né un limite. È tutto ciò che ci circonda che crea un limite per la vita di una persona con disabilità ma non la disabilità stessa. Diciamo che in questo l’ironia, attraverso i social, mi ha portato a potermi far scoprire, a far scoprire cos’è la disabilità al grande pubblico dei social.
Secondo te, quali sono i maggiori ostacoli da superare nella vita, concretamente e socialmente? E quali i tabù ancora da sfatare?
I maggiori ostacoli nella vita di una persona con disabilità sono le barriere culturali non le barriere architettoniche, perché queste esistono in funzione delle prime. I negozianti, i commercianti che non mettono la pedana perché non vedono i disabili come dei cliente, i datori di lavoro, le aziende che non assumono la persona con disabilità per le sue capacità ma solo perché è un numero da rispettare e perché lo dice la legge, il modo in cui vengono viste le persone con disabilità nell’ambito sessuale, questi sono dei grandi tabù, delle grandi barriere culturali che vanno superate.
Quale credi che sia il modo in cui le persone disabili vengono viste nella società?
Ci vuole tanto lavoro ma la realtà è questa, una realtà in cui le persone con disabilità non vengono viste come persone alla pari ma come delle persone da trattare in maniera pietistica, che hanno bisogno di assistenza e di cure. Non delle persone che vivono, alla pari dei coetanei, che possono avere delle relazioni sentimentali, un lavoro e una vita dignitosa. Questo vale anche per lo sport. Gli atleti paralimpici non vengono visti come atleti ma come poverini, supereroi che ce la fanno. Eppure sono atleti tanto quanto un atleta olimpico. Sono questi i pregiudizi da abbattere.
Secondo te, quando lo stigma sulla disabilità sarà finalmente superato, forse non ci sarà più bisogno di una Giornata internazionale?
Sì, io spero davvero tantissimo che le varie Giornate internazionali smettano di esistere. Dico questo perché Giornate come quella della disabilità sono fini a se stesse. L’impegno nei confronti della disabilità deve essere giornaliero e non solo uno spot all’anno in cui si dicono tante belle cose e poi il giorno dopo ci si dimentica delle promesse fatte invano.
Leggi anche: Emanuel Cosmin Stoica spiazza Fedez: “Cosa diresti a tuo figlio vedendo una persona disabile”
Emanuel Cosmin Stoica è Garante per la Disabilità
Emanuel Cosmin Stoica è Garante per la Disabilità del Comune di Venaria Reale, nella provincia di Torino. Nel comunicato stampa rilasciato oggi, 3 dicembre 2024, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, Stoica ha affermato di non partecipare ad alcuna attività legata a questa ricorrenza. Il motivo della decisione, ribadito dalle dichiarazioni rilasciate nell’intervista, è stato spiegato così nel comunicato:
La scelta è consapevole e motivata dalla volontà di sottolineare un principio fondamentale: la disabilità non può essere affrontata come un tema da celebrare simbolicamente un solo giorno all’anno.
Il mio lavoro è orientato alla rimozione quotidiana degli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità di vivere pienamente i propri diritti.
La vera inclusione non si realizza con manifestazioni di facciata, ma con azioni concrete, progetti efficaci e politiche che tengano conto delle reali necessità delle persone.
Celebrare questa giornata senza impegni concreti rischia di ridursi a un gesto ipocrita, in contrasto con l’urgenza di un cambiamento profondo.
Le persone con disabilità non hanno bisogno di simboli o slogan, ma di risposte tangibili: un territorio privo di barriere, un accesso paritario ai servizi e una comunità che valorizzi le differenze come una risorsa.
Stoica, impegnato quotidianamente nella raccolta delle richieste dei cittadini del Comune di Venaria Reale e nella promozione dei loro diritti, continua nel comunicato affermando:
La disabilità non deve essere considerata un elemento di divisione, ma un’occasione per ripensare il nostro modo di convivere come comunità.
È chiaro, dunque, il suo messaggio, cioè che l’inclusione non è relativa a un singolo giorno dell’anno ma è da ricercare nell’impegno costante di ogni cittadino nel “costruire una società più equa e rispettosa delle diversità“. Forte delle sue convinzioni e del suo pensiero riguardo alla disabilità, Emanuel si impegnerà “ogni giorno dell’anno, affinché nessuno venga lasciato indietro“.