Eredità Agnelli, si indaga sulla presunta frode fiscale ai danni dello Stato italiani da parte dei figli del noto imprenditore. Poco dopo il decesso di Marella Caracciolo ― nonna degli Elkann ― il 23 febbraio 2019, è iniziata “una documentata spoliazione post-mortem dell’asse ereditario” da parte dei nipoti, come riporta “Il Messaggero”.
Così viene definita quest’ultima da Antonio Borretta, giudice delle indagini preliminari di Torino. A tal proposito è stato indetto il sequestro preventivo di 74,8 milioni di euro lo scorso 13 settembre, nel dettaglio pari a 42,8 milioni di IRPFE evasa e 32 milioni di imposta di successione non versata.
Ma cosa sarebbe successo? Borretta evidenzia donazioni di quadri e gioielli preziosi, trust alle Bahamas e la finta residenza di Marella Caracciolo in Svizzera per ingannare il fisco italiano. Inoltre, secondo il giudice John Elkann sarebbe il presunto “regista e attore primario” assieme ai fratelli Ginevra e Lapo. Tutti e tre, però, si difendono da ogni accusa.
Quadri e gioielli
Secondo quanto emerso dalle indagini i tre fratelli Elkann avrebbero spartito per sé beni preziosi, il cui valore si aggira attorno ai 170 milioni di euro e che sarebbero stati fatti “figurare falsamente come ‘regali’ effettuati dalla nonna, ancora in vita”. Il motivo? Per sottrarli alla loro madre, Margherita.
Quest’ultima, infatti, ha presentato un esposto nel 2022, da cui è stato poi dato il via all’inchiesta della Procura di Torino per truffa e frode ai danni dello Stato. Dalle dimore dei suoi genitori, quindi, sarebbero spariti ben 39 quadri e altri beni di valore.
John avrebbe preteso quadri dal valore di 29,7 milioni, pietre preziose e scatole in oro e Lapo avrebbe richiesto un servizio di 25 piatti dipinti da artisti vari e un anello per un totale di 28,4 milioni. A Ginevra, invece, quadri, una coppia di orecchini, un anello e un pendente per una cifra pari a 111,7 milioni.
La residenza della nonna Marella Caracciolo in Svizzera e il trust fittizio alle Bahamas
La Procura di Torino fa riferimento a una mail inviata il 15 aprile 2013 da un avvocato a John Elkann, riguardo alla fine residenza della nonna Marella Caracciolo, in cui si legge: “L’effettività della residenza in Svizzera deve essere presidiata sino al momento del decesso”.
Ma non solo, le indagini rivelano che “i beni indicati nelle dichiarazioni degli eredi di Marella Caracciolo erano derivanti da un trust fittizio collocato in Paese a fiscalità privilegiata (Isole Bahamas), in cui erano stati conferiti nel 2014-2018″ e che “non essendo stata la dichiarazione di successione aperta in Italia sul presupposto della (falsa) residenza svizzera, i relativi redditi di capitale non avevano scontato alcuna tassazione né alcuna imposta di successione è stata dichiarata o riscossa”.
Eredità Agnelli, i fratelli Elkann si difendono
John, Lapo e Ginevra Elkann, però, si difendono. Come riporta “Il Sole 24 Ore”, in una nota i legali dei nipoti di Agnelli ammettono che gli Elkann non hanno nulla da nascondere:
A fronte dello stillicidio di documenti che dovrebbero essere discussi nelle aule giudiziarie, e che vengono invece diffusi in modi che non consentono alcun giusto contradditorio, rinnoviamo la ferma convinzione di poter dimostrare l’estraneità alle accuse dei nostri assistiti.
Ribadiamo che il sequestro disposto è ingiustificato.
I fratelli Elkann hanno sempre assolto i loro oneri fiscali e i loro beni sono alla luce del sole.
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