In un momento storico difficilissimo come quello che stiamo vivendo, corre in soccorso dell’Umanità l’Università per la Pace delle Nazioni Unite, l’istituto internazionale di istruzione superiore che in Costa Rica forma la futura generazione di operatori di pace e auspicabilmente di nuovi leader mondiali.
In tutto il mondo assistiamo impotenti a conflitti tra popoli e nazioni per ragioni economiche, di confine, di territorio, di religione. Le ragioni di attrito rendono molto difficile una comunicazione distesa e costruttiva tra i governi. Questo si ripercuote su tutti gli aspetti della vita delle persone anche nella quotidianità fomentando intolleranza, razzismo, odio, e creando un circolo vizioso da cui il mondo da millenni non riesce ad uscire.
Cosa si studia all’Università per la Pace
L’Università per la Pace (UPEACE) ha un programma innovativo di istruzione, formazione e ricerca per la pace incentrato su questioni chiave, tra cui la prevenzione dei conflitti, la sicurezza umana, i diritti umani, la sicurezza ambientale e la ricostruzione postbellica. I master internazionali di altissimo livello sono preziosi mattoni con cui si impara a costruire lo spazio per il dialogo di pace. Uno spazio fondamentale per mettere le basi di un concreto cambiamento del mondo, oggi quanto mai urgente.
Ogni anno l’UPEACE conta oltre 2.000 Alumni provenienti da più di 120 nazioni. I numerosissimi studenti oramai laureati vivono e lavorano in ogni regione del mondo. La stragrande maggioranza di loro lavora per costruire la pace sia nei rispettivi paesi d’origine che a livello internazionale, spesso in prima linea in situazioni di conflitto.
L’UPEACE si fa conoscere nel mondo
Francisco Rojas, il Magnifico Rettore dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite, ci ha raccontato che sta creando una rete internazionale per far conoscere il suo ateneo e promuovere la cultura della pace. Strumento fondamentale per raggiungere questo scopo è la pubblicazione di libri che mettono in relazione la pace con diversi aspetti della vita, tra cui anche l’arte.
Prima della pandemia, Rojas era stato ospite dell’Università Laterana e ha avuto modo di incontrare Papa Francesco proprio in occasione dell’esposizione in Vaticano di un’opera sulla pace di un artista dell’Arabia Saudita e della presentazione di un libro. Evento promosso e sostenuto dall’Università della Pace.
In seguito Francisco Rojas ha creato un legame con la Lega Musulmana Mondiale che si è mostrata molto interessata all’Università per la Pace, tanto da voler realizzare insieme e sostenere il nuovissimo master su religione, cultura e pacekeeping. Il Rettore ha raccontato:
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L’importanza del multilateralismo per mantenere la pace
L’Università per la Pace è stata fondata con la risoluzione 35/55 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. È stato scelto il Costa Rica come sede perché è il paese che dal 1907 al 1918 ha ospitato la Corte di Giustizia Centroamericana, ovvero il primo tribunale internazionale permanente che ha consentito agli individui di intraprendere azioni legali contro gli stati in materia di diritto internazionale e questioni relative ai diritti umani. L’UPEACE è quindi una istituzione che deve la sua creazione al multilateralismo e alla cooperazione internazionale, indispensabili per costruire e mantenere la pace tra i paesi.
Francisco Rojas ha spiegato che per questo motivo l’Università della Pace ha firmato tre pubblicazioni importanti, di cui una verrà presentata entro la fine dell’anno, che riguardano la relazione tra pace, dialogo internazionale e multilateralismo:
C’è bisogno di influencer per la pace
Il nostro tempo, oltre ad essere particolarmente difficile a causa di guerre, crisi climatica e pandemia, è anche stravolto dalla rivoluzione antropologica generata dalla digitalizzazione. Come è possibile coinvolgere i giovani al massimo in questo complicato contesto? Francisco Rojas ha spiegato la sua originalissima idea:
L’arte come strumento di pace
L’Università della Pace sostiene molto spesso anche l’arte come strumento di pace. Grazie alla Segretaria di Stato di Spagna, la Direttrice Generale delle Nazioni Unite e l’ex Presidente del Parlamento europeo Enrique Barón che a sua volta è il Consigliere dell’Università per la Pace e marito della pittrice scomparsa Sofía Gandarias, è stato donata alla sede di Ginevra dell’ONU l’opera dell’artista dal titolo “La paloma ensagrentada (y del Cielo llovría sangue)”. Il quadro rappresenta la sofferenza causata dalla guerra, in particolare quella della città natale della pittrice, Guernica, dopo il bombardamento e il genocidio subiti il 26 aprile 1937 durante la Guerra Civile spagnola.
Nel discorso pronunciato durante la donazione da Enrique Barón è stato sottolineato quanto sia stato un privilegio per l’Università per la Pace contribuire a questa donazione che “permetterà di mostrare l’orrore della violenza e della guerra nella sede delle Nazioni Unite, per ricordare di promuovere la pace e i diritti umani”. Ogni gesto può essere importante ai fini della costruzione della pace, varo conclude il discorso dicendo: “Se vogliamo la pace, dobbiamo lavorare per la pace“.
Le attività in Italia dell’Università per la Pace
L’importanza dell’arte e della cultura come strumento di pace non poteva non riportare l’Università per la Pace in Italia, questa volta per approfondire il rapporto tra cultura, diplomazia e multilateralismo e trarne una nuova pubblicazione.
Nel frattempo a Torino si è tenuta la cerimonia di laurea degli studenti del LLM organizzato dall’UPEACE. Si tratta di un master in Giustizia internazionale, in particolare Giustizia Transizionale, ovvero tutto quello che esiste in relazione alla lotta al crimine organizzato dal punto di vista giudiziale. Questo master è stato realizzato in collaborazione con UNICRI che è l’istituzione delle Nazioni Unite che combatte il crimine organizzato.