Cecilia Bonaccorsi è una farmacista romana di 67 anni, ormai in pensione. Ha un figlio disabile cognitivo, Tommaso Pimpinelli, 24 anni: è affetto dalla sindrome di Norrie, patologia genetica rara caratterizzata da anomalie dello sviluppo della retina associate a cecità congenita.
Proprio la malattia del figlio è al centro dell’episodio che la donna ha denunciato a La Repubblica: mentre era in vacanza in Trentino presso l’hotel Colbricon Beauty & Relax, 4 stelle nella località di San Martino di Castrozza, lei, il marito Remo Pimpinelli e Tommaso sono stati invitati ad allontanarsi proprio a causa della disabilità del giovane.
Cecilia Bonaccorsi: “Invitati ad allontarci a causa di mio figlio disabile”
Cecilia Bonaccorsi ha raccontato di come lei e il marito abbiano portato in vacanza il figlio disabile praticamente in tutto il mondo, senza mai aver avuto particolari problemi.
E siccome Tommaso ama molto la montagna, anche quest’anno avevano deciso di partire per San Martino di Castrozza, tappa fissa da 19 anni. Ma stavolta nel loro albergo di fiducia non c’era più posto, così la scelta era finita sull’hotel Colbricon.
Già dall’ingresso in junior suite in mezza pensione, però, erano cominciati i primi problemi: “Lunedì sera Tommaso si è seduto sul divanetto accanto a me, aveva il bavaglino al collo, ogni tanto lo aiutavo imboccandolo. Nulla di strano, per noi”. Ma per qualcun altro sì.
Tanto che, la mattina dopo, l’albergatrice avrebbe preso Cecilia in disparte, raccontandole di come una famiglia, la sera precedente, si fosse lamentata per la presenza del figlio disabile a cena all’interno della struttura. Da qui, la richiesta dell’albergatrice ai genitori di Tommaso di spostarsi in una saletta semi-nascosta, con i vetri oscurati da un mosaico, in modo che nessuno potesse vederli.
I genitori di Tommaso: “Abbiamo avvertito di nostro figlio disabile. Le scuse? Non le accettiamo”
Vista la discriminazione subita dal figlio disabile, Cecilia Bonaccorsi e il marito hanno deciso di lasciare l’hotel dopo appena tre giorni. La coppia ha voluto però rendere nota la vicenda, per denunciare pubblicamente il comportamento del personale dell’hotel: “Ci metto la faccia perché nessuno subisca più un’umiliazione così”, ha detto la donna.
Che poi ha raccontato: “Mi sono rivolta a questa struttura a 4 stelle. E come faccio sempre, ho mandato loro una mail specificando che mio figlio è un non vedente affetto da grave disabilità. Lo faccio proprio perché non amo le sorprese”.
A seguito dello spiacevole episodio, la struttura alberghiera avrebbe inviato a Cecilia una mail di scuse: “Non lo accetto, mi dispiace – ha detto – Non hanno fatto niente per trattenerci, troppo facile cercare di sistemare tutto con una e-mail. Io non cerco denaro, non mi interessano i risarcimenti. A me preme la battaglia culturale. E mi si stringe il cuore se penso che, magari, qualche altra famiglia avrebbe potuto accettare quella proposta. Così, in silenzio, per non dare fastidio”.
Punto di vista ribadito pure dal marito Remo: “Noi cerchiamo solo la normalità, per questo ora mi sento offeso e umiliato. Ripenso alle leggi razziali, e a quanto può essere cattivo l’animo umano quando rifiuta il diverso”.
Cecilia Bonaccorsi porta avanti la sua “battaglia” anche attraverso l’associazione “Con i miei occhi”, di cui è portavoce e che segue i disabili della vista affetti anche da altre invalidità, proprio come il figlio.
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