Fine dello stato di emergenza? Sergio Abrignani, professore ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e membro del Cts, ha parlato della sorte dello stato di emergenza, che secondo lui non verrà prorogato oltre la sua data di scandenza, fissata al 31 marzo. Di conseguenza, anche il Cts si scioglierà.
Abrignani, ospite a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, ha detto: “Non dovremmo più vivere la situazione emergenziale che abbiamo vissuto in passato, almeno se rimane la variante Omicron. E non penso che possa arrivare a breve una variante più diffusiva di Omicron, è difficile ed improbabile immaginarsela”.
Fine dello stato di emergenza: cosa cambia
Senza lo stato di emergenza, si potranno continuare ad utilizzare tutti gli strumenti emergenziali del caso: lo ha spiegato al Corriere della Sera Barbara Randazzo, docente di diritto pubblico all’Università Statale di Milano. Ha detto: “Serviranno semmai appositi decreti legge, che sono misure d’urgenza per loro natura”.
L’unico provvedimento a fare eccezione sarebbe l’imposizione di un lockdown generalizzato, per il quale invece è necessario lo stato di emergenza. Francesco Clementi, docente di diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, ha detto: “Senza una copertura giuridica adeguata, una fonte di legittimazione a monte, prendere iniziative da parte del governo sarebbe molto complesso. Inoltre, i decreti dopo due mesi scadono, devono essere convertiti in legge, sorgerebbero dei rischi”.
Fine dello stato di emergenza: cosa succede a Green Pass, Cts, obbligo vaccinale e smart working?
Le decisioni sul Green Pass resteranno sganciate dalla fine dello stato di emergenza. Il sottosegretario Andrea Costa ipotizza l’addio al green pass dopo il 31 marzo, ma c’è chi insiste per una sua estensione fino all’estate. Sull’argomento c’è un acceso dibattito, il cui epilogo dipenderà probabilmente dall’andamento della curva pandemica.
Quel che è certo è che la fine dello stato di emergenza comporterebbe lo scioglimento del Comitato tecnico scientifico (Cts), deputato a offrire pareri autorevoli al Governo per la gestione della pandemia, con particolare riferimento alla norme comportamentali. Decadrebbe anche il commissario straordinario per l’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, che si occupa di gestire la campagna vaccinale.
L’obbligo vaccinale per gli over 50 resterà invece fino al 15 giugno. Per quel che riguarda lo smart working, si tornerà a lavorare in presenza una volte venute meno le raccomandazioni del Governo sull’utilizzo del lavoro agile sia nel settore pubblico che in quello privato. Anche se, in questi ultimi due anni, si sono moltiplicati gli accordi individuali e aziendali per accedere allo smart working. Un ritorno completo al passato, dunque, appare al momento uno scenario vicino all’inverosimile.
Leggi anche: Medici morti di Covid: senato blocca ristori ai familiari delle vittime
