Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: la loro reazione alla sentenza. La Corte di Assise del Tribunale di Frosinone ha condannato all’ergastolo Marco e Gabriele Bianchi, mentre Mario Pincarelli dovrà scontare 21 anni di carcere e Francesco Belleggia 23 anni.
Alla lettura della sentenza, i fratelli Bianchi hanno iniziato a gridare a ad imprecare, costringendo gli agenti della penitenziaria a portarli via.
Il legale dei Bianchi, Massimiliano Pica, si è fatto portavoce della loro rabbia e ha tuonato: “Questo è stato un processo mediatico. Va contro tutti i principi logici. Leggeremo le motivazioni e poi faremo appello. Siamo senza parole”.
Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: non hanno mai ammesso le loro responsabilità
Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: i due hanno sempre negato le loro responsabilità in merito all’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni la notte tra il 5 e 6 settembre 2020 a Colleferro, comune della città metropolitana di Roma confinante con la provincia di Frosinone.
Quando lo scorso novembre i due fratelli erano comparsi di fronte alla Corte d’Assise, Gabriele Bianchi aveva esposto la sua versione: “Ho visto Francesco Belleggia colpire come un vigliacco con un calcio in viso Willy mentre era a terra. Gli ha dato un calcio sul viso prendendo la rincorsa. Io mi aspettavo che Belleggia si prendesse le sue responsabilità per quanto fatto. Io fin da subito volevo dire che la colpa era sua ma il mio avvocato mi ha disse di aspettare. In auto, mentre stavamo tornando ad Artena, un amico gli disse che era un infame per quello che aveva fatto”.
Mentre Belleggia aveva raccontato: “Non ho mai colpito Willy. Marco Bianchi lo ha colpito più volte con una scarica di pugni, anche dopo che si era rialzato”. Da parte sua, Marco Bianchi si era invece definito un “ragazzo semplice diviso tra sport e amici”. Poi, rispondendo alle accuse di Belleggia, aveva detto: “Non ho colpito Willy al petto, con un calcio l’ho colpito al fianco sinistro e l’ho spinto. Lui è caduto ma si è subito rialzato. Io poi sono andato via dai giardinetti. Io non avevo capito che era successo qualcosa di grave perché altrimenti non sarei mai partito con l’auto”.
Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: l’accusa
Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: cosa era successo? Secondo quanto ricostruito dai pm Francesco Brando e Giovanni Taglialatela, Willy Monteiro sarebbe stato pestato a morte dai fratelli Bianchi che, pur non avendo un reale motivo di scontro con il ragazzo, avrebbero riversato nei suoi confronti una rabbia e una violenza spropositate.
Il pestaggio, durato 50 interminabili secondi, ha avuto esiti mortali, dovuti soprattutto alla tecnica di arti marziali utilizzata per colpire, l’Mma, praticata dai fratelli Bianchi e finalizzata all’annientamento del contendente senza considerare le conseguenze dei colpi.
L’azione sarebbe partita dapprima da Marco e Gabriele Bianchi, a cui si sarebbero poi aggiunti Belleggia e Pincarelli, in una sorta di azione unitaria di accanimento contro Willy, che si sarebbe sfortunatamente trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Per l’accusa, infatti, quanto accaduto a lui poteva capitare a chiunque altro si fosse trovato lì.
Il papà di Willy: “Sentenza giusta, ma il dolore resta infinito”
Fratelli Bianchi condannati all’ergastolo: a gioire della sentenza della Corte d’Assise di Frosinone sono gli amici e i parenti di Willy. Il papà del giovane, Armando Monteiro Duarte, ha detto: “Questa è una sentenza giusta, ma il dolore resta infinito”.
Anche Pierluigi Sanna, primo cittadino di Colleferro, si è detto soddisfatto di quanto deciso dalla Corte d’Assise: “Non avremmo mai voluto assistere a questo processo e purtroppo Willy non ce lo ridarà nessuno. Però è certo: giustizia è fatta”.
Leggi anche: Omicidio Willy Monteiro: i fratelli Bianchi condannati all’ergastolo