A fine dello scorso febbraio i vertici delle Forze Armate avevano disposto la sospensione del generale Roberto Vannacci. L’accusato aveva fatto ricorso al Tar, ritenendo che le disposizioni dei suoi superiori non fossero giuste e che la sospensione fosse illegittima. A distanza di diversi mesi, il Tar valuta la richiesta delle Forze Armate come non illegittima, e dispone la sospensione per il generale. Il ricorso è stato, dunque, respinto.
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Il provvedimento del Tar
La richiesta di sospensione da parte del Tar era stata fatta in seguito ad alcune dichiarazione contenute nel libro di Roberto Vannacci Il Mondo al contrario, pubblicato in maniera indipendente dal generale. Il libro ha rappresentato un vero e proprio caso e mediatico ed editoriale per i contenuti proposti.
A volere la sospensione era stato principalmente il Ministro della Difesa, Guido Crosetto. L’accusa con cui era stata disposta la sospensione era dovuta al fatto che nella sua opera, Vannacci avrebbe leso il principio di imparzialità delle Forze Armate. Per le dichiarazioni fatte nel libro, Roberto Vannacci è anche sotto inchiesta per istigazione all’odio razziale.
Il ricorso
Dopo la disposizione della sospensione, Vannacci decide di fare ricorso. I motivi allegati alla richiesta di ricorso sono sette:
- Violazione del diritto fondamentale della libera manifestazione del pensiero
- Non c’è stata alcuna violazione della norma regolamentare
- Le sue deduzioni difensive sono state ignorate
- Le considerazioni alla base della sanzione non sono idonee alla sua giustificazione
- Il Ministro della Difesa Crosetto avrebbe dovuto astenersi dal giudicare i fatti, soprattutto perché già aveva provveduto a censurarli sul social network X
- Le accuse che riguardano la grave lesione delle Forze Armate sono infondate
La sospensione
Il Tar ha respinto le richieste di Vannacci, rendendo così legittima la richiesta di sospensione del generale. Il provvedimento determina, oltre alla sospensione di undici mesi, anche “la detrazione di anzianità e il dimezzamento dello stipendio”.
Dopo il provvedimento ha preso la parola l’avvocato di Roberto Vannacci, Giorgio Carta, che ha dichiarato:
Questa vicenda non è da ritenersi conclusa in quanto sarà presentato appello al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della decisione del Tar, eventualmente, ove necessario, portando la questione all’attenzione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, laddove si valuterà che la libertà di espressione non solo del Generale Vannacci, ma di tutti i militari italiani meriti un attento vaglio anche in ambito europeo.
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