sabato, 18 Gennaio 2025
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Quali sono i 3 migliori ospedali italiani e dove si trovano?

L'Agenas ha pubblicato la classifica degli ospedali migliori d'Italia del 2023. Dalla ricerca emerge un innalzamento della qualità nelle strutture sanitarie e un abbassamento livello tra nord e sud del Paese.

L’Agenzia Nazionale dei Servizi Sanitari ha presentato a Roma la nuova edizione del Programma Nazionale Esiti, dalla quale sono emersi i migliori ospedali italiani dell’anno 2023. Rispetto a ciò, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha dichiarato, al Corriere della sera:

Emerge subito una sanità in recupero rispetto ai volumi pre-pandemici, sia per i ricoveri urgenti sia per quelli programmati e diurni riguardo agli esiti, il Pne rileva un chiaro miglioramento degli indicatori per le patologie tempo dipendenti.

Non solo.

Per alcune aree, penso all’accesso all’angioplastica, oltre a evidenziare una migliore performance si segnala anche una maggiore omogeneità tra regioni.

Questo non può che farmi piacere.

Il direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, ha tenuto a precisare, inoltre, che l’intento del Pne è creare una competizione positiva tra le aziende ospedaliere. Il Programma Nazionale Esiti, infatti, offre un’ampia immagine del settore sanitario in Italia, attraverso indicatori riferiti a diverse aree cliniche.

Quali sono gli ospedali migliori in Italia?

I tre ospedali migliori di Italia sono l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, l’Azienda ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze e l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ancona. Queste sono state le dichiarazioni di Luciano Ravera, Amministratore Delegato Gruppo Humanitas, dopo il conseguimento del titolo da parte della struttura:

Siamo felici di questo risultato che è frutto del grande lavoro di squadra dei nostri medici, infermieri, oss, tecnici e staff. E dei pazienti, che scelgono Humanitas.

L’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano si conferma, per il terzo anno consecutivo, primo ospedale italiano.

Sono altresì molto contento dai risultati raggiunti dagli altri ospedali Humanitas di Torino, Castellanza, Bergamo e Catania. Questo riconoscimento dimostra che non conta il DNA di chi offre il servizio di cura – operatori pubblici o privati accreditati – ma la determinazione di avere sempre il paziente al centro dell’organizzazione e misurare gli esiti del proprio operato in modo puntuale.

Agenas, con il suo sistema di monitoraggio unico al mondo di 205 indicatori e 1363 ospedali, è un alleato fondamentale per raggiungere questi obiettivi.

Ci auguriamo che la qualità e gli esiti clinici siano sempre più valutati in termini di distribuzione delle risorse e di riconoscimento dell’impatto sociale che ospedali come Humanitas hanno, con i loro grandi pronto soccorso, Cancer Center e con la ricerca clinica per migliorare costantemente le cure.

L’ospedale si conferma per il terzo anno di fila un’eccellenza in tutte e 8 le aree, raggiungendo livelli altissimi, in segno di costante impegno. Gli stessi traguardi sono stati raggiunti anche dal Careggi di Firenze e dall’Ao delle Marche. Queste sono le dichiarazioni di Domenico Mantoan, Direttore Generale di Agenas:

L’azienda ospedaliera di Ancona che era tra i migliori anche lo scorso anno e ha fatto un balzo ulteriore migliorando ancora di più il risultato, con 7 aree di eccellenza.

La sorpresa è un altro ospedale pubblico, che ha fatto un grande investimento, l’azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze.

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Quali sono i criteri di classificazione?

Le ricerche svolte da Agenas sono state svolte su 1.363 ospedali pubblici e privati. Gli analisti hanno messo in campo 10 indicatori in più rispetto all’anno precedente, per arrivare a un totale di 205 indicatori. Di questi, 108 sono relativi all’assistenza ospedaliera e 25 all’assistenza territoriale, valutata secondo termini di ospedalizzazione evitabile, esiti a lungo termine e accessi impropri in pronto soccorso. I sistemi di valutazione diventano, quindi, più puntuali. Si sta pensando a 8 nuovi indicatori, di cui 3 in ambito oncologico, 2 neurologico e 3 cardiologico.

Per quanto riguarda il treemap, la modalità sintetica che garantisce una visione rapida dei dati delle strutture ospedaliere, sono 20 gli indicatori selezionati, riconducibili a 8 aree cliniche: cardio-circolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologi. Gli indicatori si riferiscono a volume, processo ed esito, i quali evidenziano le criticità delle realtà assistenziali per ogni singola struttura.

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La situazione sanitaria in Italia

Rispetto alla qualità, si è innalzato almeno del 50% il numero degli ospedali con livelli di eccellenza, rispetto al 2022. A migliorare sono le offerte assistenziali per il trattamento del tumore maligno della mammella, i tempi di accesso alla PTCA e gli interventi di Bypass aorto-coronarico isolato e totale. Migliorano anche i tempi di attesa per le operazioni per fratture al femore, nelle persone di età superiore ai 65 anni. A commentare la situazione sanitaria in Italia è stato Domenico Mantoan, Direttore Generale di Agenas, il quale ha affermato:

Il sistema del Pne è unico al mondo e produce dei dati non contestabili, andiamo a vedere il comportamento dei professionisti e mettendo insieme i dati riusciamo a definire il comportamento delle singole aziende.

Nel 2023 il sistema è ripartito dopo l’emergenza. Ci sono eccellenze al Nord, ma iniziano ad esserci anche al Sud e il divario si sta riducendo.

Per la prima volta la Calabria che per anni è sta maglia nera dei Lea non lo è più e ha fatto un notevole il balzo in avanti con reparti con situazioni di buona sanità.

Merito del commissario Occhiuto.

Anche la Sicilia ha fatto un buon balzo in avanti, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro.

A ciò si aggiungono anche le esternazioni di Manuela Lanzarin, Presidente f.f. di Agenas:

Il lavoro svolto dall’Agenzia ha dato la possibilità di far emergere in maniera ancor più chiara la ripresa delle attività degli ospedali italiani, dopo la battuta d’arresto del COVID-19, frutto di lavoro compiuto ai diversi livelli istituzionali e in particolare dagli operatori impegnati sul campo.

C’è sicuramente ancora del lavoro da svolgere e proprio per questo AGENAS rimane a supporto di tutte le strutture sanitarie che vorranno intraprendere un lavoro di confronto al fine di potenziare i propri servizi da rendere ai cittadini/pazienti.

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