Una decisione drastica e basata su perdite importanti, dovute alla crisi da coronavirus. Zara chiude 1.200 negozio in giro per il mondo.
Perché Zara chiude
Il colosso galiziano della moda fast fashion, appartenete al gruppo Inditex fondato negli anni ’60 da Amancio Ortega (l’uomo più ricco di Spagna), si sta riorganizzando nell’era post Covid. L’idea era già nell’aria, il coronavirus pare aver accelerato i piani del gruppo, in cui ruotano marchi come Zara, Pull&Bear, Stradivarius, Bershka, Oysho, Zara Home, Massimo Dutti e Uterque. I mesi del lockdown hanno registrato perdite di fatturato per molti punti vendita. Chiudere i negozi fisici e spostarsi sulla vendita digitale, sarebbe la strada da percorrere. Le chiusure annunciate, specialmente in Asia e in Europa, forse sono dettate dal peso degli affitti sul conto economico, considerando i flussi ridotti di clientela negli store. Leggi anche: “È la crisi più straziante della nostra vita”: Airbnb licenzia 1900 persone
Zara punta sull’e-commerce