venerdì, 17 Gennaio 2025
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Russia chiede arresto per Battistini e Traini, il Governo li difende: “Hanno svolto coraggiosamente il loro lavoro”

La Russia ha richiesto l'arresto per gli inviati Rai Battistini e Traini, dopo aver oltrepassato illegalmente il confine con l'Ucraina per realizzare un reportage. Il Governo italiano grida alla persecuzione nei confronti della libertà di stampa e promette sostegno ai giornalisti.

La Russia ha chiesto l’arresto in contumacia per la giornalista Rai Stefania Battistini e il cameramen Simone Traini. Da settimane i due sono accusati di attraversamento illegale del confine ucraino, dopo aver raccontato l’incursione delle truppe dell’Ucraina a Kursk.

La mozione è partita dal tribunale distrettuale Leninsky di Krusk, il quale ha chiesto l’estradizione in Russia e l’arresto dei due giornalisti, con l’aggiunta di custodia cautelare in territorio russo o a partire dal momento dell’estradizione.

La reazione del governo italiano

Rispetto alla decisione del Governo di Mosca di inserire i giornalisti Rai nel registro dei ricercati, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, lo scorso settembre, si era espresso così in un post su X:

Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno russo.

Dopo la notizia del mandato di arresto per i due inviati, invece, il presidente di Forza Italia ha affermato, sempre su X:

Il mandato d’arresto russo contro due giornalisti del TG1Rai è una ulteriore forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa. Il governo italiano sarà sempre schierato a difesa del diritto di una informazione indipendente.

Piena solidarietà nei confronti dei due giornalisti Rai è stata espressa da alcuni membri politici, come il senatore Filippo Sensi, la deputata di Azione Mariastella Gelmini o la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita, che sperano in accertamenti condotti da parte della Farnesina e in una condanna nei confronti delle minacce russe verso Battistini e Traini, in nome della libertà di stampa e del diritto di cronaca.

La Federazione europea dei giornalisti, invece, in un comunicato parla di “intimidazioni alla stregua di una censura, volta a impedire che l’opinione pubblica venga informata sulle operazioni in corso”.

Infine, in una nota l’organizzazione sindacale Usigrai ha chiesto:

Una presa di posizione unanime del Governo contro questa ennesima intimidazione nei confronti dei giornalisti italiani. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per i contorni che sta assumendo questa vicenda.

Rinnoviamo piena solidarietà ai colleghi del Tg1 e ci auguriamo che l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia venga convocato con urgenza per chiarire la posizione del nostro Paese a tutela del lavoro giornalistico e della libertà di informazione.

Leggi anche: Libertà di stampa: sono più di 900 i giornalisti uccisi nel mondo dal 2006 a oggi

L’accusa del governo russo

La magistratura russa ha dichiarato, attraverso un comunicato stampa pubblicato dall’agenzia Interfax, che i due giornalisti italiani:

Insieme ad alcune persone non identificate, sono entrati nella Federazione Russa dal territorio ucraino con l’intento di filmare un servizio televisivo sull’invasione del distretto di Sudzha nella regione di Kursk da parte di unità armate ucraine con l’ausilio di carri armati, artiglieria e mezzi leggeri, veicoli blindati il 6 agosto 2024.

Traini e Battistini, dopo aver oltrepassato illegalmente il confine russo, si sono recati a Sudzha, nella regione di Kursk, con un veicolo da trasporto di unità armate ucraine.

I due giornalisti italiani inseriti nelle liste dei ricercati della Russia sono accusati di aver oltrepassato il confine di stato russo.

Il giudice ha ordinato la custodia cautelare per loro.

Leggi anche: Professione Social Media Manager, diritti e doveri: il nuovo codice etico contro l’odio online in Senato

La risposta della Rai e gli altri giornalisti ricercati

Stefania Battistini è stata la prima giornalista a documentare l’offensiva ucraina nella regione di Krusk. Il suo lavoro, però, l’ha portata a essere ricercata in Russia dal 12 settembre scorso e a rischiare fino a 5 anni di carcere.

La Rai ha dimostrato pieno sostegno nei confronti dei propri inviati. Questo è quanto si legge in una nota dell’emittente televisiva:

La decisione del ministero degli Interni russo di inserire nell’elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell’oblast di Kursk rappresenta un atto di violazione della libertà d’informazione.

La giornalista e l’operatore hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi.

La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore.

L’elenco dei ricercati in Russia comprende anche giornalisti di testate straniere, tutti accusati di aver oltrepassato illegalmente il confine tra Ucraina e Russia. Di questi si conoscono Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell’emittente tv ucraina 1+1, e le giornaliste ucraine Diana Butsko e Olesya Borovik.

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