La twindemia consiste in più infezioni in simultanea causate da diversi virus respiratori, come può essere la combinazione di Covid e influenza stagionale.
Complice anche il fatto che quest’inverno non sono obbligatorie le mascherine, che negli anni precedenti ci proteggevano oltre che dal Covid anche da altri virus, dovremmo aspettarci il gran ritorno dell’influenza stagionale, alla quale potrebbe aggiungersi Omicron, ancora in circolazione.
Twindemia: perché si rischia una doppia ondata
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La twindemia, dall’inglese twins che significa gemelli, potrebbe presentarsi con le varianti Omicron o Cerberus, insieme a un’influenza o un virus respiratorio. I sintomi pur essendo leggeri non significa che non provochino conseguenze meno gravi.
Christian Wiedermann dell’Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano, in un’intervista pubblicata su Sky Tg24, “una doppia infezione comporta un decorso più grave della malattia e anche un incremento della mortalità“. Inoltre secondo il medico, la bassa diffusione dell’influenza nel 2021, per l’igiene delle mani e l’utilizzo della mascherina, avrebbe portato anche a un’indebolimento del sistema immunitario. E per questi motivi che la twindemia fa paura.
La situazione andrebbe a colpire maggiormente i soggetti fragili, oltre al fatto che si affaticherebbe il sistema sanitario dove si curano altre patologie, oltre al Covid. Bisogna considerare infatti che il Coronavirus non si è estinto. Secondo i dati dell’Iss sarebbero 441 i casi su 100mila abitanti mentre l’indice Rt mostra una tendenza al rialzo quota 1,18, al di sopra della soglia considerata il limite epidemico.
Gli italiani però sembrano consapevoli del rischio a cui potrebbero incorrere. Secondo gli ultimi dati dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) in una settimana sarebbero raddoppiate le prescrizioni di farmaci monoclonali.
Twindemia: la situazione in Inghilterra e in Australia
Wiedermann ha spiegato come si presenta la situazione in Inghilterra, dove “sono state rilevate doppie infezioni virali in circa l’8% dei pazienti che hanno contratto il Covid. In casi di questo tipo il rischio di dover ventilare meccanicamente i pazienti raddoppia“.
Inoltre anche in Australia le infezioni influenzali sono aumentate del 25% rispetto al 2019, e l’esperto prevede che anche in Italia nell’attuale stagione influenzale ci sarà un aumento del numero di casi. Poi ci tiene a precisare:
Il fatto di indossare le mascherine e di mantenere la distanza interpersonale ha prosciugato il bacino nel quale il virus dell’influenza si sviluppa. Proprio per questo motivo non è stato in grado di diffondersi nel modo abituale.
Le nostre difese immunitarie hanno avuto meno contatti virali. Questi contatti, oltre alla vaccinazione, contribuiscono alla nostra continua protezione immunitaria.
Mentre negli Stati Uniti le autorità sanitarie prevedono sino a 50mila decessi legati all’imminente epidemia influenzale.
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