La scorsa primavera un’infermiera della bassa Sassonia, in Germania, avrebbe somministrato soluzione salina al posto dei vaccini contro il coronavirus.
Le autorità non hanno rivelato il nome della donna ma pare che sia stata licenziata dopo aver ammesso alla polizia di aver somministrato soluzioni saline, innocue per l’organismo, e di averlo fatto per nascondere il danno di aver rotto per sbaglio alcune fiale di vaccino.
Ora però sarebbe emerso che i soggetti coinvolti siano molti di più di quelli stimati in precedenza e che la donna, sostenitrice di posizioni no-vax, tra aprile e maggio abbia ripetuto il gesto centinaia di volte. Sono circa 8mila le persone ricontattate per ripetere la somministrazione.
Soluzione salina al posto dei vaccini: cosa si nasconde dietro l’errore umano
Le persone coinvolte, a cui l’infermiera della Croce Rossa avrebbe somministrato soluzione salina al posto dei vaccini, sarebbero per la precisione 8.557, perlopiù settantenni e soggetti vulnerabili che tra il 5 marzo e il 21 aprile si sono recati presso il centro vaccinale di Schortens-Roffhausen negli orari di lavoro dell’infermiera.
A lanciare l’allarme il 21 aprile è stata una persona che lavorava nel centro vaccinale, la quale ha denunciato l’infermiera dopo averla vista riempire soluzioni saline in sei siringhe che sarebbero state destinate ai vaccini.
Dalle indagini della polizia della Frisia, un distretto della Bassa Sassonia, è emerso che l’infermiera condividesse sui social network tesi contrarie ai vaccini per il coronavirus, confermate durante i colloqui della polizia dagli stessi colleghi i quali hanno avanzato l’ipotesi che non si sia trattato di un singolo episodio risalente al 21 aprile ma sia stato reiterato diverse volte.
Soluzione salina al posto dei vaccini: ancora diverse incognite
Purtroppo non si conosce il numero esatto di siringhe contenenti soluzione salina al posto dei vaccini. Il responsabile dell’emergenza coronavirus in Bassa Sassonia, Heiger Scholz, come riporta il Post, ha fatto sapere:
Il fatto è che non sappiamo quante delle persone coinvolte siano non vaccinate o solo parzialmente vaccinate.
Può darsi che solo una siringa su tre sia stata manipolata, può darsi che non ci siano altri casi. Purtroppo la donna non collabora con la polizia e tace.
I legali dell’infermiera respingono le accuse e affermano che non ci sono state altre somministrazioni ad eccezione di quella del 21 aprile, sottolineando il fatto che non sia avvenuto per motivi ideologici.
Al momento le persone vengono ricontattate per e-mail o per posta. Inoltre è stato messo a disposizione un numero verde per informare la popolazione.
Leggi anche: Vaccini insufficienti, medici di famiglia in difficoltà: “Mandateci più dosi!”