Domenica 26 aprile 2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, ha annunciato la cosiddetta fase 2 che dovrebbe portare a una fase di convivenza in sicurezza con il virus. In questi 51 giorni abbiamo visto di tutto, dalla sera dell’8 marzo quando il Presidente Conte pronunciò la famosa frase, non si sa quanto volontariamente, parafrasando Churchill “L’ora è buia”, il paese che è stato la culla dell’Impero Romano e della civiltà giuridica occidentale, ha vissuto sulla propria pelle e in prima persona quello che questa generazione aveva potuto leggere, solo e fortunatamente, sui libri di storia.
Tre uomini soli davanti al mondo
Quello che resterà scolpito nella memoria di questi giorni saranno tante cose, ma questo grande Paese per l’occasione diventato nazione e il mondo intero, che per qualche giorno si era tinto di tricolore, non potranno dimenticare certamente le immagini di 3 uomini, da soli davanti al mondo, in balia degli eventi e in presenza del fragoroso silenzio che pervadeva quegli spazi gloriosi che hanno fatto grande l’Italia e l’Europa e che il mondo ci invidia ancora oggi.
“Il vescovo vestito di bianco”
La voce nel silenzio di un Duomo deserto
Il secondo uomo, Andrea Bocelli, un cantante lirico, un tenore di fama mondiale, un ragazzo laureato in legge con l’amore per la musica che nel 1994, a 36 anni non ancora compiuti irrompeva sommessamente sulla scena del teatro Ariston di Sanremo. Quel ragazzo oggi ultrasessantenne in occasione delle festività pasquali decide di deliziare il pubblico italiano e mondiale di una sua magistrale esecuzione con sfondo la Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine, il Duomo di Milano. L’immagine del cantante, ceco da circa 50 anni a causa del glaucoma, che percorre nell’oscurità ed in assoluta solitudine, quei passi verso il microfono posto sul sagrato del Duomo per andare a cantare, nel giorno di Pasqua, “Amazing Grace”, la Grazia Sorprendente. Il testo del ‘700 prende ispirazione, tra l’altro, dalle parole di San Paolo “Per questa grazia, infatti, siete stati salvati mediante la fede; questo non viene da voi ma è Grazia di Dio”. Quel cantante, che nell’oscurità della sua cecità percorre in solitudine quei passi sul sagrato del Duomo e la seguente, magistrale esecuzione di quella canzone in inglese scritta nel ‘700 ma adatta ai giorni nostri, dà l’idea di una umanità, che nel buio del futuro deve fidarsi solo della guida della luce della fede. Leggi anche: Papa Francesco e il peso della storia
L’uomo coi capelli bianchi che scende dal monumento
I tre uomini soli in compagnia del mondo
Tre uomini soli. Tre riferimenti per altri. Da soli, loro, nel nostro silenzio, da soli come ognuno di noi nel percorso verso un futuro che di certo ha solo ha solo l’ignoto. Tre uomini che nella loro solitudine e nel loro ruolo hanno provato con la luce a rompere il silenzio e con la fede a rompere l’incertezza di un popolo intero. di Domenico Di Sarno