Dopo il caso di Giulia Cecchettin il Governo Meloni sta lavorando per rendere ancor più efficace il Codice Rosso, la legge che tutela le donne che sono vittime di violenze e atti persecutori. A volerlo fortemente è la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, perché “la violenza di genere è un fenomeno che va affrontato subito, dal momento che si tratta di un problema di cultura”.
In questi giorni, però, non tutti sono concordi con le strategie attuate dal Governo e in particolare la giornalista Lilli Gruber, nel suo programma Otto e mezzo secondo cui “Italia c’è una forte cultura patriarcale e questa destra destra al potere non la sta contrastando tanto. Abbiamo una donna come presidente del Consiglio, che però ci tiene a essere chiamata ‘il’ presidente del Consiglio”. Come ha risposto Giorgia Meloni?
Leggi anche: Violenza sulle donne: quali sono le nuove norme al ‘Codice rosso’ approvate dalla Camera?
Violenza di genere, cosa dice la legge?
Cosa dice la legge per tutelare tutte le donne che hanno subìto delle violenze, in alcuni casi, anche perpetuate? Ecco cosa recita il decreto:
Nella XVIII legislatura il Parlamento ha proseguito nell’adozione di misure volte a contrastare la violenza contro le donne, perseguendo in via principale gli obiettivi di prevenzione dei reati e di protezione delle vittime e prevedendo un inasprimento delle pene per la commissione dei reati di genere.
Il provvedimento più incisivo è la legge n. 69 del 2019, Il Codice rosso, che ha rafforzato le tutele processuali delle vittime di reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica.
Ha introdotto nuovi reati nel codice penale, tra cui il delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, quello di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e quello di costrizione o induzione al matrimonio.
Ha anche aumentato le pene previste per i reati che più frequentemente commessi come maltrattamenti, atti persecutori, violenza sessuale.
Attualmente il Governo sta esaminando il ddl della ministra Roccella per rafforzare ancor di più il Codice rosso, e una decisione in merito verrà presa nelle prossime ore.
Giorgia Meloni risponde a Lilli Gruber
Giorgia Meloni, già in aula per la riforma sul premierato oltre che a quella urgente contro la violenza sulle donne, ha, però, prontamente risposto a Lilli Gruber. Sui social ha postato una foto in cui è in compagnia di sua figlia Ginevra, di sua mamma e sua nonna:
Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo.
Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale.
Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole.
Lilli Gruber a Giorgia Meloni: “Non ho mai attaccato la sua famiglia”
Lilli Gruber non ha mancato di rispondere a questo post, volutamente diretto alla giornalista e conduttrice di Otto e mezzo: “Considero questa risposta una prima dimostrazione della sua volontà di non aprire un dialogo costruttivo con la stampa. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione”.
Ha proseguito, successivamente, invitandola in studio per chiarire: “Non ho attaccato la sua famiglia, non è mai successo. Qui non si è discusso della biografia di Giorgia Meloni, ma della cultura politica che esprime. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte“.
Leggi anche: Elly Schlein : “Ha ragione Cortellesi. Io e Meloni dobbiamo unire le forze contro la violenza di genere”