Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre sono sbarcate circa mille persone nel mare di Lampedusa. Come previsto dalla prefettura di Agrigento, dei naufraghi accolti nell’hotspot di contrada Imbriacola, 220 saranno trasportati con il traghetto di linea a Porto Empedocle, mentre nel pomeriggio altri 168 migranti si imbarcheranno su un volo Oim in direzione Milano. Ieri, nel corso della mattinata, erano già state trasferite altre 233 persone.
Il totale esatto delle persone arrivate alle coste dell’isola è 946. In tutto sono stati contati 23 approdi, l’ultimo all’alba del 15 ottobre con a bordo 48 migranti. A bloccare e gestire gli arrivi sono state le motovedette di Frontex, della guardia costiera e della guardia di finanza.
Le imbarcazioni sono salpate da Sabratah e Zuwara, in Libia, e da Sfax, in Tunisia. I migranti, però, sono di origini diverse: sudanesi, ivoriani, guineiani, malesi, bengalesi, egiziani, iracheni e pakistani. Il costo di ogni viaggio, invece, oscilla tra i 700 dinari tunisini e i 6mila euro.
Bisogna prestare attenzione al fatto che non tutti coloro che arrivano in Italia hanno il desiderio di rimanerci a vivere. Tra i Paesi che rappresentano una meta auspicata ci sono la Germania, il Belgio, il Regno Unito e la Norvegia.
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La situazione migranti in Italia e cosa c’entra l’Albania
Quello dell’accoglienza è un tasto dolente per la politica italiana, a tal punto da rappresentare una vera e propria emergenza. A fornire numerose informazioni sugli sbarchi è un’analisi di Openpolis, un’organizzazione indipendente che si occupa di fornire dati su temi di interesse pubblico. La caratteristica principale della fondazione è la trasparenza informativa. Ciò che è stato evidenziato dalla ricerca, però, è che quella dei migranti non è affatto un’emergenza, perché il rapporto tra popolazione residente e ospiti dei centri di accoglienza è di appena 0,18%.
L’analisi compiuta si intreccia con le linee seguite dal governo Meloni, che ha indirizzato l’emergenza migranti a una questione normativa, di cui sono conferma i centri di accoglienza in Albania. Per gestire la situazione, infatti, sono state allestite delle strutture a Schengjin e Gjiader, dopo la firma di un accordo tra Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama.
È già in viaggio la nave Libra della Marina Militare, che porterà i migranti dall’Italia all’Albania. Secondo il protocollo, gli arrivi si concentreranno inizialmente nel centro di Shengjin, sottoposto a forti misure di sicurezza per evitare allontanamenti senza autorizzazione, e dopo aver svolto le prime pratiche i migranti raggiungeranno Gjader. Qui è stato allestita una struttura, simile a un Centro di permanenza per rimpatri (Cpr).
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Le dichiarazioni di Giorgia Meloni e l’opposizione
La premier Giorgia Meloni, durante l’incontro con il Primo Ministro albanese Edi Roma, dopo aver espresso entusiasmo nei confronti della collaborazione con l’Albania, ha dichiarato:
L’accordo potrebbe essere replicabile in molti Paesi, potrebbe diventare una parte della soluzione strutturale dell’Unione europea.
Lo capiamo noi e lo capiscono i sostenitori dell’immigrazione incontrollata che lo contestano.
Abbiamo molti occhi puntati addosso, vogliamo riuscire. Un obiettivo del genere val bene due mesi di ritardo, legati alla natura dei terreni di Gjader che non avevamo previsto e hanno richiesto interventi di rafforzamento.
Il piano iniziale, infatti, doveva essere messo in pratica entro agosto ma è stato realizzato solo adesso, a ottobre. Rispetto ai costi dell’operazione, ritenuti eccessivi da parte dell’opposizione, la premier ha affermato:
Non stiamo spendendo risorse aggiuntive ma stiamo facendo un investimento.
I migranti condotti qui in Albania avrebbero dovuto essere condotti in Italia, dove costano.
L’elemento di maggiore utilità di questo progetto è che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza a chi vuole raggiungere irregolarmente l’Europa, e di contrasto ai trafficanti.
E questo vuol dire portare a un contenimento dei costi.
A proposito dei costi, l’opposizione chiede di conoscere le ditte incaricate dei lavori, che secondo alcuni richiederebbero all’Italia circa un milione di euro. La segretaria del Pd Elly Schlein ha dichiarato al Corriere.it:
Il patto con l’Albania sui migranti è un enorme spreco di denaro per un progetto che calpesta i diritti delle persone, allunga le sofferenze di chi viene salvato in mare scaricando persone come barili e pacchi sul territorio albanese.
Secondo me è contrario a quanto prevede la costituzione.
E’ un cinico accordo.