mercoledì, 19 Febbraio 2025
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Milano, Roma, Napoli: lo sciopero del 25 novembre bloccherà tutta Italia

Lo sciopero nazionale del 25 novembre coinvolgerà, oltre a sanità e scuola, anche i trasporti pubblici, tutti settori che hanno bisogno di “un piano di messa in sicurezza e potenziamento” per far fronte all’emergenza Covid, secondo USB.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.

È atteso per domani, 25 novembre 2020, uno sciopero nazionale che coinvolgerà sanità, scuola e trasporti. Tutti settori che hanno bisogno di “un piano di messa in sicurezza e potenziamento” per far fronte all’emergenza Covid, secondo USB, Unione sindacale di base. Roma, Milano, Napoli e, potenzialmente, tutte le città d’Italia registreranno disagi. Previsto lo stop di bus, metropolitane, ferrovie regionali e trasporto locale, ma anche aerei, navi e treni veloci.

25 novembre 2020, atteso lo sciopero nazionale

Come si legge nel comunicato stampa di USI, Unione sindacati italiani, aderiranno allo sciopero nazionale “tutto il personale a tempo indeterminato e determinato, con contratti precari e atipici, per tutti i comparti, aree pubbliche (compresa la scuola) e le categorie del lavoro privato e cooperativo”. Attiva anche USB che convoca “tutto il personale del comparto scuola docente, Ata, educativo e dirigente a tempo determinato e indeterminato, delle scuole in Italia e all’estero”.

Lo sciopero in programma per la giornata di domani creerà di certo disagi e confusione in molte città italiane, ma solo per poche ore e in diverse fasce orarie da città a città.

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Perché lo sciopero nazionale del 25 novembre?

Lo sciopero nazionale che interesserà trasporti, scuola e sanità vuole sensibilizzare al problema della precarietà e dell’incertezza che quotidianamente il servizio pubblico italiano si trova ad affrontare in questo momento di emergenza Covid. “Quel che è completamente mancato è soprattutto un lavoro di pianificazione integrata di questi servizi” denuncia USB. Né la sanità, né la scuola, tanto meno i trasporti, sono stati riformati e adeguati alle esigenze reali del Paese. “In nessuno di questi settori l’esperienza della prima fase dell’emergenza ha prodotto il necessario cambio di passo rispetto ad assunzioni stabili di personale e finanziamenti per mettere in atto tutte le modifiche che la “lezione” della Covid-19 ha chiaramente indicato” incalza il sindacato.

Cosa chiedono i sindacati

“Era chiaro che con la riapertura delle scuole, a settembre, la curva dei contagi sarebbe nuovamente cresciuta” – scrive USB alla vigilia dello sciopero nazionale. “Ognuno di questi servizi essenziali deve essere messo nelle condizioni di garantire i diritti costituzionali per i quali ha ragione d’essere – salute, educazione e istruzione su tutti – e non può diventare luogo di trasmissione incontrollata del virus”. La proposta dei sindacati è quella di adeguare i servizi pubblici essenziali, “quelli che servono a tutti, quelli che devono diventare il cuore della gestione di questa drammatica fase oggi, e domani del suo superamento”.

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Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.

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