Il presidente del Consiglio della regione Calabria Domenico Tallini, Forza Italia, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Secondo quanto emerso dalle indagini, Tallini avrebbe favorito la costituzione di una società, riconducibile alla cosca Grande Aracri, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali, mediante una rete di farmacie e parafarmacie sparse sul territorio nazionale.
‘Ndrangheta, arrestato Domenico Tallini
L’operazione, coordinata dai carabinieri dei Comandi provinciali di Catanzaro e Crotone, è stata denominata Farmabusiness e ha portato all’arresto del presidente del Consiglio della regione Calabria, Domenico Tallini, e all’ordinanza di custodia cautelare per altre 19 persone. A vario titolo, queste sarebbero accusate di: associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
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Arresto Tallini, il commento di Nicola Morra
A proposito dell’arresto di Tallini, Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha commentato: “Vi ricordate le ultime regionali calabresi, a gennaio 2020? Questo signore, attuale Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, di Forza Italia, in virtù del Codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia, risultava impresentabile” – ricorda Morra – “A suo avviso ero io che mi accanivo contro di lui per una “vendetta personale”. Oggi si trova ai domiciliari. Ma era una “vendetta personale”” conclude il presidente, senza fare troppa ironia.
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Arresto Tallini, di cosa è accusato
Domenico Tallini, ora agli arresti domiciliari, è accusato di aver supportato la cosca Grande Aracri nella costituzione dell’azienda finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali. Il suo intervento, giudicato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico delle autorizzazioni necessarie all’avvio dell’attività, secondo quanto riferito dai carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche il sostegno della cosca alle elezioni regionali nel novembre del 2014. Si legge nella nota resa pubblica dai carabinieri:
Le emergenze investigate hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro nell’area di origine e nel territorio catanzarese, con particolare riferimento alle iniziative imprenditoriali avviate in quest’ultima provincia mediante il reimpiego di capitali della cosca.
In particolare, gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno permesso di definire i nuovi assetti della cosca Grande Aracri dopo le operazioni che ne hanno colpito i principali esponenti e lo stesso capo Nicolino Grande Aracri.
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Arresto Tallini, altre 19 persone coinvolte
Si legge ancora nella nota diramata dai carabinieri:
Sono state documentate la realizzazione e l’operativà da parte degli indagati, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità. È stato accertato anche il ruolo di professionisti ed imprenditori nella realizzazione del programma della cosca con riguardo al perseguimento dei vantaggi economici nei diversi settori imprenditoriali di interesse.
Le indagini hanno consentito di ricostruire anche specifici episodi intimidatori, tanto riconnessi alla realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale della cosca, quanto con specifico scopo estorsivo, oltre che la disponibilità di numerose armi.
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