In attesa del prossimo discorso del premier Giuseppe Conte alla nazione, trapelano informazioni sulle nuove disposizioni di governo in materia di cultura. A darne notizia è stato il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, intervenuto domenica sera nella trasmissione RAI di Fabio Fazio, Che tempo che fa. Ospite e conduttore provano a tenere insieme le maglie di discorso complesso e delicato. “Adesso chiuderanno anche i musei” ha annunciato Franceschini che spiega:
Il museo è una tipologia di luogo diverso: entri uno alla volta, con numeri limitatissimi. Ma con i passi avanti che faremo chiuderanno.
Covid e cultura. Ecco cosa ha detto il ministro Franceschini
Le strutture museali sono diverse da cinema e teatri, ha spiegato Franceschini nell’intervista a Fabio Fazio, ma se l’obiettivo è quello di fermare il contagio non ci sono alternative, bisogna chiudere. “Malgrado tutte le misure di sicurezza, anche i musei sono luoghi di possibile contagio” ha detto il ministro, che poi ha aggiunto:
Quando le condizioni di tutela e di salute lo permetteranno, saranno i primi a riaprire. Abbiamo fatto il gesto, nello scorso lockdown. I primi negozi ad aprire sono state le librerie, perché volevamo dare un segnale. In cima in tutto però c’è la salute.
Le misure sono valide fino al 24 novembre, ma i dati di questi giorni non fanno pensare che la curva sarà breve. Stiamo ragionando su un meccanismo differenziato, rapportato ai rischi di contagio e soprattutto di saturazione del sistema sanitario.
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Sostegno alla cultura, il progetto Netflix
Nel suo intervento il ministro per i Beni Culturali non ha certo dispensato ottimismo. Ma la situazione adesso è diversa da marzo, sottolinea Franceschini. Gli aiuti pensati dal governo per sostenere la cultura e lo spettacolo in questa nuova fase di emergenza ci sono e “non sono pochi” ha detto il ministro. Inoltre, Franceschini accenna al nuovo progetto per rilanciare la cultura nel Paese, facendo riferimento agli accordi che le maggiori reti nazionali avrebbero già sottoscritto per l’acquisto di programmi a sostegno dei lavoratori del settore. Ha detto:
Stiamo ragionando sulla creazione di una piattaforma italiana che consenta di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un’altra modalità. Ma sono convinto che l’offerta online continuerà anche dopo.
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Nuovo Dpcm, cosa farà la scuola
Sulla scuola le considerazioni del ministro non sono poi tanto diverse. La necessità di far fronte all’aumento dei contagi costringe il governo alla chiusura. Ha detto Franceschini:
In queste ore stiamo ragionando. Nessuno di noi vorrebbe chiuderle, per ragioni educative, pedagogiche, di valori ma anche per ragioni materiali. Abbiamo già fatto una scelta forte con la didattica a distanza nelle superiori, così che i ragazzi possano stare più facilmente a casa. Cercheremo di adottare misure che tutelino la scuola al massimo, ma anche qui, tenendo presente che c’è il contagio di mezzo.
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