sabato, 18 Gennaio 2025
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Ragazzi down donano il pane di Kiev alle popolazioni colpite dai russi

L'azienda ucraina, Good bread for good people, composta da ragazzi down e autistici, aiuta le popolazioni colpite dai bombardamenti, producendo alla settimana 5mila pagnotte.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.

Il pane di Kiev, prodotto da ragazzi down e autistici è stato donato alle popolazioni colpite dai bombardamenti russi.

Il panificio in cui lavorano i giovani, il Good bread from good Pepole, è nato 5 anni fa come impresa sociale per insegnare l’arte del lavoro a chi è affetto da disabilità mentale.

L’azienda, come spiega la testata Today.it che ha condotto in prima linea l’indagine sul posto, ha in breve tempo dovuto modificare i suoi piani per rendersi utile ai cittadini ucraini.

Il pane di Kiev donato a chi ha perso tutto

L’azienda, Good bread from good Pepole, che prima del conflitto vendeva dolci e torte, ha dovuto cambiare in fretta i suoi programmi ed aiutare gli ucraini colpiti dai bombardamenti.

Come riporta la testata, il pane di Kiev ha girato quasi tutte le regioni dell’Ucraina, da Bucha, a Iprin, a Borodyanka, fino ad arrivare nella zona nord della capitale, assediata dall’esercito russo. Ora, il bene di primo uso, è stato destinato ad altre città: Kharkiv, Chernihiv, Donetsk e Mikolayv.

La responsabile della panetteria ha raccontato al quotidiano:

Riusciamo a produrre circa 5mila pagnotte alla settimana.

Il trasporto è imprevedibile, non si sa mai se si riuscirà ad arrivare a destinazione. Per esempio a Kharkiv ci aspettano dei volontari e ci incontriamo con loro a uno o due chilometri dalla città, poi loro ritirano il pane e lo portano dentro.

Finora non è successo nulla. Abbiamo rischiato parecchio una volta in cui siamo arrivati nella regione di Kharkiv subito dopo un bombardamento a Salktiva, un distretto quasi del tutto devastato.

Leggi anche: Quali sono le vere ragioni della guerra tra Russia e Ucraina: il punto di vista di Aleksandr Dugin

Il pane di Kiev: il coraggio di chi vuole aiutare

La testata Today.it, intervistando i membri dell’impresa, ha sottolineato l’intraprendenza di questi ragazzi che, nonostante la guerra, distribuiscono il pane, è davvero sorprendente. Gli intervistati hanno dichiarato:

Finché ci sarà bisogno, alla fine dei combattimenti ci sarà lavoro per due o tre anni a Mariupol, a Donetsk e altrove. L’Ucraina avrà lavoro. E finché le persone che aiutiamo ne avranno bisogno, lo faremo.

Olena ha spiegato al quotidiano: “da marzo produciamo solo pane, perché questo è ciò che serve. E lo portiamo nelle zone bombardate o occupate. I ragazzi che lavoravano con noi sono rimasti a Kyiv e hanno bisogno di restare occupati, di fare qualcosa. E, con la guerra, sono arrivati i volontari. Ora siamo in venti, si lavora su turni. Se prima guadagnavamo per reinvestire nell’impresa sociale, ora c’è bisogno di dare”.

Leggi anche: Banca Mondiale: “Economia ucraina avrà un crollo del 45% della produzione”

La storia di Patrick: dalla California all’Ucraina per aiutare la popolazione bombardata

Patrick, un dipendente dell’impresa sociale che dona il pane di Kiev alle popolazioni bombardate, ha raccontato la sua storia e il suo viaggio dalla California all’Ucraina.

Sono in Ucraina da sei anni. Sono venuto qui dalla California perché mia moglie è ucraina. Ero un diplomatico e lavoravo come advisor presso il ministero della difesa.

Prosegue affermando che: “per un anno, dal mese di marzo del 2021, ho cambiato lavoro: mi occupavo di produzione di video nel settore pubblicitario. Prima della guerra non conoscevo Good bread. Li ho scoperti attraverso un post su Facebook in cui cercavano volontari. Volevo aiutare l’Ucraina e ho inviato la mia richiesta. Era aprile del 2022. Volevo fare qualcosa per l’Ucraina, aiutare il paese, ma sono troppo anziano per combattere. Così mi sono messo a fare il volontario e ho imparato da zero tutte le fasi di produzione del pane. Lo portiamo a persone che vivono in aree distrutte, persone che vivono nei sotterranei e non hanno acqua, non hanno toilette, non hanno nulla”.

Leggi anche: Come aiutare gli animali in Ucraina: portarli in Europa è vietato

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Melissa Matiddi
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Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.

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