Papa Francesco a Kiev. Il Pontefice è in visita a Malta. Sull’aereo Ita, durante il consueto briefing con i giornalisti, ha accennato al fatto che un viaggio in Ucraina sarebbe in programma, come riferisce Tv 2000.
“Si è sul tavolo”, sono state le sue parole, in risposta ad un giornalista che chiedeva delucidazioni al riguardo. Ciò non confermerebbe le voci circolate alcuni giorni fa che vedevano un viaggio di Papa Francesco a Kiev un’ipotesi difficile e complessa.
Prima di recarsi a Malta ha incontrato a Roma alcune famiglie di rifugiati ucraini, ospitati dalla Comunità di Sant’Egidio e accompagnate dall’Elemosiniere.
Papa Francesco a Kiev: considerazioni sulla guerra in Ucraina
Papa Francesco a Kiev. Il Papa si è detto così tanto addolorato per la guerra in Ucraina tanto da non sentire in certi giorni neanche il dolore al ginocchio, per il quale si è dovuto servire di un elevatore per salire e scendere dall’aereo. Nel suo primo discorso a Malta, rivolto alle autorità civili, il Pontefice ha accennato al rischio di una “guerra fredda allargata”.
Ecco le parola utilizzate da Papa Francesco, che non possono non ricondursi agli avvenimenti drammatici della guerra e della necessità che giunga al più presto la pace, come riportate dall’Adnkronos:
Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti.
E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace.
Papa Francesco a Kiev: “La guerra si è preparata da tempo con l’investimento in armi”
Papa Francesco a Kiev. Il Papa ha anche svolto un’analisi a posteriori, spiegando le motivazioni che avrebbero portato allo scoppio del conflitto, e soffermandosi sul fatto che la pace non venga considerata più una priorità:
Quell’infantilismo non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa, nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra, che anche stavolta è stato alimentato negli anni. Sì, la guerra si è preparata da tempo con grandi investimenti e commerci di armi.
Ed è triste vedere come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza. E così non solo la pace, ma tante grandi questioni, come la lotta alla fame e alle disuguaglianze sono state di fatto derubricate dalle principali agende politiche. Ma la soluzione alle crisi di ciascuno è prendersi cura di quelle di tutti, perché i problemi globali richiedono soluzioni globali.
Leggi anche: Papa Francesco e il peso della pace: perché ancora non è andato a Kiev?