venerdì, 7 Marzo 2025
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Pensione, extra in busta paga per chi non aderisce alla Quota 103: cosa sapere

Previsto un incentivo in busta paga per chi rinuncia alla Quota 103 e rimanda quindi la pensione. Cifre, requisiti e tutto quello che c'è da sapere.

Andrea Gioacchini
Andrea Gioacchini
Classe '99, romano, si occupa di comunicazione editoria e giornalismo dal 2020. “Cerco pace in questo vento e scovo un soffio di lucidità” è il suo motto.

Importanti novità per tutti i lavoratori che rientrano nei requisiti della cosiddetta Quota 103, ovvero coloro che hanno già maturato almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi e potrebbero quindi scegliere di andare in pensione anticipata.

Il governo ha previsto un incentivo economico in busta paga per chi decide volontariamente di rimandare l’uscita dal mondo del lavoro e continuare la propria attività professionale.

Tutti coloro che decideranno di optare per questa soluzione potranno beneficiare di un aumento dello stipendio, grazie alla possibilità di ricevere direttamente in busta paga la quota di contributi previdenziali che, in condizioni normali, verrebbero versati all’Inps.

Questa misura offre quindi ai lavoratori la possibilità di scegliere tra due diverse opzioni: anticipare il pensionamento sfruttando la Quota 103, oppure rimanere in servizio beneficiando di un incremento dello stipendio.

Vediamo ora nel dettaglio come funziona e come fare domanda per aderirvi.

Contributo per chi rimanda la pensione, cifre e scadenze

Tutti i lavoratori che rientrano nei requisiti previsti avranno quindi la possibilità di scegliere liberamente se accedere alla pensione anticipata o se continuare a lavorare.

Tale misura era stata già indicata nella Legge di Bilancio 2025, la quale specificava così:

In conseguenza dell’esercizio della predetta facoltà viene meno ogni obbligo di versamento contributivo da parte del datore di lavoro a tali forme assicurative della quota a carico del lavoratore, a decorrere dalla prima scadenza utile per il pensionamento prevista dalla normativa vigente e successiva alla data dell’esercizio della predetta facoltà.

Con la medesima decorrenza, la somma corrispondente alla quota di contribuzione a carico del lavoratore che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale, qualora non fosse stata esercitata la predetta facoltà, è corrisposta interamente al lavoratore.

Per poter beneficiare dell’incentivo dedicato alle pensioni, è fondamentale che i requisiti richiesti siano maturati entro e non oltre il 31 dicembre 2025.

In caso di adesione, il datore di lavoro sarà esonerato dall’obbligo di versare i contributi previdenziali a carico del lavoratore, ma dovrà comunque continuare a versare la parte di contributi di sua competenza, come specificato dall’INPS.

Per chi matura il diritto alla pensione anticipata flessibile nel mese di gennaio 2025, ci sono date precise da rispettare: 1° agosto 2025 per i lavoratori dipendenti del settore privato e 1° ottobre 2025 per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

È importante sottolineare che la pensione anticipata flessibile ha comunque un limite massimo sull’importo erogabile: l’assegno mensile lordo non potrà superare quattro volte il trattamento minimo previsto dalla legge, fino al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria, attualmente fissata a 67 anni.

Questo significa che, per chi sceglie di uscire prima dal mondo del lavoro, l’importo massimo della pensione fino ai 67 anni sarà pari a 2.413,6 euro lordi al mese.

Per concludere, la misura offre quindi un’importante opportunità di scelta ai lavoratori, consentendo loro di decidere in base alle proprie esigenze se anticipare il pensionamento o se rimanere in servizio con uno stipendio più alto grazie all’esonero contributivo.

Leggi anche: Stipendi statali, in arrivo una busta paga extra: tutto quello che c’è da sapere

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Andrea Gioacchini
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Classe '99, romano, si occupa di comunicazione editoria e giornalismo dal 2020. “Cerco pace in questo vento e scovo un soffio di lucidità” è il suo motto.

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