Perde il braccio in un incidente stradale. È successo a un ragazzo di 29 anni, il cui arto, durante l’impatto, era stato tranciato all’altezza dell’omero.
Soccorso e trasportato in ospedale, a prendersi cura del giovane è intervenuta l’equipe medica del reparto di Microchirurgia e Chirurgia della mano di ASST Sette Laghi. Vediamo come ha agito e come sta ora il ragazzo.
La vicenda
Un ragazzo perde il braccio a causa di un incidente stradale. Trasportato d’urgenza in ospedale, è subito sottoposto a un’operazione, portata a termine da una squadra di medici del reparto di Microchirurgia e Chirurgia della mano di ASST Sette Laghi.
L’equipe medica, guidata dal dottor Alessandro Fagetti, è riuscita a reimpiantare al giovane l’arto superiore, tranciato all’altezza dell’omero. Come riportato da un articolo di Varese News, il braccio, a seguito dell’impatto, era completamente staccato dal corpo.
Perde il braccio: l’operazione di successo
Sono interventi rari a Varese ne trattiamo mediamente uno all’anno e non solo su pazienti del nostro bacino di riferimento.
Questo perché in Lombardia le strutture che hanno tutti i professionisti e le competenze per eseguire un reimpianto di grandi segmenti di arto sono quattro e ciascuno accoglie i pazienti che arrivano in emergenza anche da fuori zona, a seconda delle distanze e della disponibilità dell’équipe, che in pochissimo tempo deve costituirsi ed entrare in azione.
Così riporta il giornale Varese News, tracciando le parole dell’equipe di medici.
Perde il braccio: come sta il ragazzo
Dopo essere stato soccorso sul posto dell’incidente, il giovane è stato trasportato in ospedale, dove è stato sottoposto a intervento di ricostruzione del braccio durato sei ore. Successivamente, è stato ricoverato in terapia intensiva.
Adesso il 29enne si è svegliato e sta bene. La convalescenza durerà ancora a lungo ma, fortunatamente, l’operazione è stato un successo. Questo risultato, raggiunto grazie alla professionalità del team dei medici, dà speranza di riuscita anche per altri casi analoghi.
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