martedì, 25 Febbraio 2025
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Russia contro l’omosessualità: chi pronuncerà la parola “gay” sarà multato

Tra breve in Russia verrà bandita ogni possibilità di pronunciare il termine gay, parlare di relazioni dello stesso sesso o di transizione di genere.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

In Russia la Duma, Camera bassa del Parlamento, prosegue nella lotta contro quella che definisce “propaganda gay, dei rapporti sessuali non tradizionali, e della promozione di informazione che incoraggia il cambio di genere tra gli adolescenti”.

Il pacchetto di leggi, inizialmente rivolto solo ai bambini e agli adolescenti con una norma simile esistente dal 2013, sarà esteso a tutta la società e per chi trasgredisce sono previste pene durissime. In pratica tutto ciò che non ricalca l’eterosessualità e il genere binario è visto dalla Russia come una minaccia di occidentalizzazione.

Russia: cosa prevedono le leggi contro l’omosessualità

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La Duma di Stato ha approvato il pacchetto di leggi che inasprisce le pene per tutto ciò che ruota attorno al tema dell’omosessualità. Il testo dovrà passare al Consiglio della Federazione, l’equivale del nostro Senato, per poi essere approvato in via definitiva dal presidente Putin.

Basterà pronunciare la parola gay o parlare dell’esistenza di relazioni tra persone dello stesso sesso per essere denunciati e rischiare di pagare una multa di 80 euro, la cui cifra si moltiplicherebbe se a farlo fosse un insegnante, un pubblico ufficiale o una casa editrice.

Nel caso in cui si trattasse invece di uno straniero, la persona potrebbe essere espulsa e pagare fino a 15 mila euro. Anche la trasmissione di contenuti online, che promuove la transizione di genere, sarà multata fino a 75 mila euro.

La posizione del legislatore russo Tolstoj che riassume il punto di vista della Russia

Nella dichiarazione del legislatore russo, il vice presidente Pyotr Tolstoj, si evince come la Russia veda l’omosessualità e tutto ciò che ruta attorno come una minaccia per il proprio Paese. Si legge:

L’obiettivo è vietare completamente la propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali.

Se consideriamo la propaganda e l’approvazione dell’Lgbt come uno strumento di guerra ibrida (e nessuno ha dubbi su questo, oggi), allora questo rappresenta un pericolo non solo per i nostri figli ma per l’intera società.

Prosegue Tolstoj, sempre più convinto della giustezza delle sue convinzioni:

Questa è una legge che protegge le generazioni future dalla propaganda delle perversioni.

Siamo entrati in una fase decisiva nella battaglia per la nostra famiglia tradizionale, i valori morali e religiosi, il cui risultato non può che essere la vittoria.

Non abbiamo altre opzioni. È in gioco il futuro della Russia.

La risposta dei gruppi per i diritti umani

I gruppi per i diritti umani ritengono che le nuove norme contro l’omosessualità siano state progettate per porre fuori dalla vita pubblica russa le rappresentazioni di minoranze come lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Ecco quanto hanno dichiarato, come riportato dal quotidiano Today:

Vogliono impedirci non solo di parlare di noi stessi o di dimostrare in qualche modo i nostri sentimenti per i nostri partner, ma anche di cancellare completamente qualsiasi menzione di noi stessi nella cultura: libri, film, media e simili.

Leggi anche: Una nuova rivoluzione in Iran. Cosa sta succedendo

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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