Sicilia possibile zona rossa da dicembre, è questa la possibilità che si discute nelle ultime ore. Al momento l’Isola rimane sorvegliata speciale, con ben cinque aree segnalate ad alto rischio: Bronte (nel Catanese), Cesarò e San Teodoro (in provincia di Messina), Misilmeri (nel Palermitano) e Vittoria (in provincia di Ragusa). E da sabato 21 Novembre si aggiungono altri cinque Comuni: Acate e Comiso (sempre nel Ragusano), Camastra (in provincia di Agrigento), Ciminna (in provincia di Palermo) e Maniace (in provincia di Catania). A deciderlo il presidente della Regione Nello Musumeci, di comune accordo con l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, e dopo aver sentito il parere dei sindaci dei Comuni interessati. Tutto ciò sempre tenendo conto delle relazioni dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali, che segnalano un aumento dei contagi.
Sicilia possibile zona rossa, chiusi 10 comuni
L’aumento dei contagi in Sicilia ha portato alla chiusura di altri cinque Comuni. La speranza è che l’intera Regione non diventi zona rossa, ma per scongiurare questa ipotesi bisognerà monitorare l’andamento delle prossime settimane. Il presidente di Regione Musumeci si è espresso in modo chiaro al riguardo:
Ci aspettiamo che le misure adottate siano sempre oggetto di controllo. Se viene stabilito dal Dpcm che i presidenti di Regione possano adottare disposizioni più restrittive, infatti, si impone che le verifiche siano esperite dalle prefetture. Altrimenti anche la speranza di limitare il contagio viene meno, esasperando inutilmente le popolazioni alle quali sono stati chiesti dei sacrifici.
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Sicilia possibile zona rossa, lo scenario
Come riportato da Palermo Today, ieri in Sicilia si sono riscontrati 1.871 nuovi casi su un totale di 11.400 tamponi. I morti registrati sono stati 40 e 365 i guariti. Un terzo dei nuovi contagi si trovano nella provincia di Palermo. Per ora quindi la Regione Sicilia rimane arancione, almeno fino al prossimo incontro tecnico che si terrà la prossima settimana tra le Regioni, l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute. Per il ministro della Salute Speranza le misure restrittive adottate fino a ora sono efficaci. Ecco cosa ha detto durante il webinar ‘L’Unione europea alla sfida del Covid-19‘:
Sono l’unico vero strumento che ora abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo. È evidente che provocano sacrifici sul piano economico e culturale, ma come mostrano i numeri preliminari degli ultimi giorni nel nostro Paese, dimostrano di funzionare.
Abbiamo, nell’ultima settimana, un livello di Rt, o indice di diffusione del contagio, sceso rispetto a settimana precedente e oggi verranno presentati nuovi dati.
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